Il bollettino per pagare il canone Rai è arrivato in ufficio. Solo perché in quell’azienda esiste un computer, che con le moderne tecnologie (via Internet o grazie a un software che permette di vedere il digitale terrestre) in teoria potrebbe trasformarsi in televisore. Ma i piccoli imprenditori non ci stanno. Anche perché per le aziende il canone speciale Rai costa 400 euro. «L’invio della richiesta per il pagamento del canone speciale Rai alle imprese di ogni tipo è, francamente, un balzello inaccettabile», dice il segretario generale Lapam, Carlo Alberto Rossi. «Nelle nostre sedi stanno arrivando centinaia di telefonate da parte di imprenditori delle più svariate categorie per denunciare questa situazione. Mi chiedo anche: come mai solo ora, dopo la scadenza dell’abbonamento del 31 gennaio?Questa volta si è passato il segno: ogni impresa che possiede un computer deve pagare il canone speciale presumendo che si riceva la Rai attraverso internet. Secondo questa logica un autoriparatore, una officina meccanica, un ufficio di servizi o un idraulico invece di lavorare starebbero davanti al computer a guardare ‘L’Italia in diretta’? Siamo al paradosso».
In effetti la normativa, che si rifà a un Regio decreto del 1938 prevede che ‘apparati atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive’ debbano pagare il canone che, per le aziende, è appunto speciale. «Con tutta evidenza — aggiunge Rossi — si stanno raggiungendo livelli inauditi nel tentativo di fare cassa con balzelli odiosi e barocchi. Perchè allora non chiedere il canone a tutti i possessori di uno smartphone, che si può collegare a internet? Non dimentichiamo — aggiunge il segretario della Lapam — che non stiamo parlando di pochi euro: il canone speciale va da un minimo di 200,91 euro per officine, studi professionali, negozi, circoli, alcune tipologie di esercizi pubblici etc… e sale a 401,76 per alberghi, altri esercizi pubblici, ma anche uffici, per salire ancora gradualmente fino a oltre 6mila euro per alberghi di lusso. Si tratta dell’ennesimo balzello, in un momento già durissimo a causa della crisi che non molla e, tra l’altro, il cosiddetto decreto ‘Salva Italia’ prevede che il numero dell’abbonamento Rai venga riportato sul modello Unico di dichiarazione dei redditi». Il segretario Lapam chiude con una richiesta forte alla politica: «Facciamo appello ai parlamentari modenesi perchè intervengano urgentemente e si facciano portavoce della protesta delle piccole e medie imprese. Questa misura va modificata il più presto possibile perchè ingiusta e anacronistica».