Pagare le tv locali per avere le frequenze. E’ quello che ha deciso di fare il governo, che, come scrive MF, pensa di raddoppiare il contributo stanziato per le emittenti regionali, in modo che liberino le frequenze tv digitali da vendere successivamente alle compagnie telefoniche. In questo modo il ministero dell’Economia riuscira’ a far partire l’asta, che vale 2,4 mld euro.
Secondo quanto riferito a MF-Milano Finanza da piu’ fonti a conoscenza della vicenda, ha preso corpo un accordo bipartisan tra il Pd, il Pdl e la Lega, e che si concretizzera’ in un emendamento salva-tv locali, che verra’ presentato a giorni al Senato, al decreto legge omnibus. Un provvedimento che contiene un po’ di tutto, dalla proroga del divieto di incrocio stampa-tv al rinvio del nucleare. Scopo della proposta, che sara’ firmata da Vincenzo Vita (Pd), Alessio Butti (Pdl) e Davide Caparini (Lega), e’ proprio la richiesta di portare da 240 a 480 milioni l’indennizzo che lo Stato riconoscera’ alle varie emittenti locali, chiamate poi a liberare le frequenze digitali comprese nei canali che vanno dal 61 al 69 della nuova piattaforma televisiva.
A questo punto sara’ il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che gia’ nei mesi scorsi ha posto un veto a queste richieste, a dover decidere se raddoppiare appunto la somma stanziata per i network regionali, che da tempo bloccano di fatto il processo di switch-off, e portare cosi’ a casa la partita ben piu’ importante dell’asta delle frequenze che vedra’ protagoniste per Telecom Italia, Vodafone e Wind, oppure rischiare un lungo contenzioso con le compagnie telefoniche che tutto vogliono meno che comprare asset occupati e passare mesi al Tar.