Centro Europa 7 ha chiesto al Tar del Lazio di ordinare al ministero dello Sviluppo economico di pagare la penalità di mora di 1500 euro per ognuno dei 63 giorni di ritardo nell’esecuzione dell’ordinanza con la quale gli stessi giudici avevano disposto che fossero assegnate all’emittente le frequenze integrative spettanti in forza dell’accordo concluso nel 2010.
Si tratta di quasi 95 mila euro e sulla procedura da seguire per il pagamento il Tar deciderà domani con ordinanza. Era il 2 agosto scorso, quando i giudici indicarono nel direttore dell’Ispettorato della Liguria del ministero dello Sviluppo Economico il funzionario incaricato di assegnare ad Europa 7 le frequenze integrative; il Tar condannò il ministero a pagare 1500 euro per ogni giorno di ulteriore ritardo nell’assegnazione, mettendo un ulteriore punto fermo in una ‘battaglia’ che Europa 7 ha iniziato 12 anni fa.
Con il ricorso, infatti, l’emittente chiedeva al Tar di accertare l’inadempimento del ministero agli obblighi discendenti dall’accordo del 2010, secondo il quale dovevano esserle assegnate frequenze integrative, in particolare dall’impianto di Monte Penice. I giudici ordinarono al ministero di assegnare provvisoriamente le frequenze libere, ma l’ordine non fu eseguito, e ci fu una nuova richiesta al Tar che nominò il ‘commissario’ per l’adempimento, fissando la penalità di mora.
Oggi Europa 7, con il suo legale Ottavio Grandinetti, ha rilevato davanti al tribunale amministrativo che l’Amministrazione ha disposto l’assegnazione ad ‘Europa Way’ del canale UHF 35 per la trasmissione da Monte Penice il 15 ottobre scorso, 63 giorni dopo l’ordine del Tar; da ciò la richiesta di pagamento della penalità di mora di 94.500 euro, per la quale i giudici decideranno domani le modalità.