In Toscana ci sono oltre trenta emittenti televisive, esattamente 35, diffuse in tutto il territorio regionale. Esse trasmettono non solo film e documentari, ma anche informazione giornalistica, cronaca, approfondimenti, spettacoli, cultura, economia, sport. Il loro sforzo, oltretutto, è aumentato con il passaggio dall’analogico al digitale terrestre. Più che pertinente, dunque, fare il punto della situazione a un anno dal cosiddetto “swifth-off”.
Il Corecom, presieduto da Sandro Vannini, ha convocato tutte le emittenti private toscane per raccogliere indicazioni e suggerimenti. Lo scopo è quello di dar vita, entro breve, a un Osservatorio sul digitale terrestre per lavorare al meglio, con idee e proposte, a favore di un comparto, quello dell’emittenza locale, che in Toscana dà lavoro a diverse centinaia di persone.
“Questo primo incontro è stato proficuo è positivo”, ha affermato il presidente Vannini nel commentare l’esito della riunione. Un’audizione, per inciso, cui sono intervenute Tvl Pistoia, Rtv 38, Granducato Tv, Grande Italia, Canale 50, Antenna 5, Canale 10, Telecentro, Valdarno Channel, Sesta Rete, Linea Uno, Tv Prato, Tele Iride, Tele Etruria, Noi Tv e Tele San Domenico. Vannini ha inoltre evidenziato: “Le problematiche che stanno emergendo sono in gran parte questioni che da sempre affliggono il settore. Noi, come Corecom, cercheremo di essere il più possibile collaborativi per aiutare queste emittenti a crescere nel rispetto delle regole”.
Il gruppo di lavoro avviato dal Corecom, che dovrà appunto sfociare nella costituzione dell’Osservatorio, sarà coordinato da Maurizio Zingoni con l’ausilio di Letizia Salvestrini. E proprio Zingoni ha sottolineato: “Adesso siamo nella fase di ascolto, ma essa è fondamentale per comprendere i problemi che investono ognuna di queste realtà”.
Al centro del confronto, al momento, le diverse esigenze delle varie emittenti. Quelle più strutturate, con maggior numero di dipendenti e più alto fatturato, auspicano un mercato televisivo disciplinato e meno affollato. Quelle a conduzione “familiare” o comunitaria, dove ancora l’apporto volontaristico o semivolontaristico è fondamentale, chiedono invece di non rimanere “impiccate”dalle troppe regole e dai troppi obblighi.
“Come Corecom”, ha concluso Zingoni, “potremo anche andare sul territorio a visitare le varie realtà, sempre con spirito di servizio, per sciogliere dubbi e fornire chiarimenti, nel rispetto delle nostre prerogative”.