C’era una volta l’orgogliosa conquista del Digitale terrestre: danno e beffa per la città di Termoli. Il passaggio, avvenuto lo scorso anno, all’ormai famosissima piattaforma del “futuro” delle trasmissioni televisive rappresenta sempre più un futuro che, se prima poteva essere semplicemente “incerto”, oggi assume la folle connotazione dell’“improbabile”.
Paroloni quelli appena tirati fuori, ma concetti all’ordine del giorno per i tanti cittadini che a causa della conformazione territoriale non possono usufruire di una copertura ottimale e, per certi versi, decente sul territorio.
Come in una conca, infatti, molte zone di Porticone, Difesa Grande, Colle della Torre e Rio Vivo, si scontrano quotidianamente con un servizio in dissesto che, al di là delle diffuse, frivole e fragili accuse alla politica per non aver “attrezzato” la nostra città al passaggio in Digitale, hanno a che fare con una discutibile attenzione al nostro territorio.
Secondo la relazione ieri discussa dalla Commissione consiliare e riportataci da Francesco Rinaldi, a seguito di un incontro con Rai Way e delegati del Ministero per lo Sviluppo Economico è stato redatto un documento che fotografa la situazione e le responsabilità del disservizio cittadino non solo nell’interferenza generata dall’incontro con le già note frequenze croate, ma anche dal segnale di Tv Centro Marche che si scontra con il nostro Digitale.
Dall’analisi spettrale dei segnali si è attestata la ricezione dello stesso da ben cinque ripetitori, e non due come si supponeva, che rispondono a Petacciato, Schiavi d’Abruzzi, Monte Sambuco, Monte Maiella e San Silvestro di Pescara, assicuranti le coperture di Rai, Mediaset e Tv locali. C’è altro però: a compromettere il segnale è, spesso, anche la presenza di vecchie antenne analogiche che generano disturbi se affiancate alle moderne digitali. Quest’ultimo problema, a onor del vero, parrebbe ancora più evidente in Rio Vivo in quanto alcuni residenti avrebbero (come attestato dal documento) allocato l’antenna (spesso con impianti fatti in casa e non revisionati) anche in punti alti, in prossimità della collina, e a circa 100 metri di distanza dalle abitazioni: ciò, senza ombra di dubbio, gravano sull’intera trasmissione.
La morfologia del territorio è, quindi, il primo e principale problema cui si scontra la cittadina alla quale è proposta l’alternativa, che non piace ad alcuno, dell’abbandono del DTT e dell’uso della piattaforma Tv Sat (quella che in sintesi rappresenta la risposta italiana a Sky) che è la prima piattaforma satellitare gratuita italiana, atta a replicare in versione integrale (cioè senza l’oscuramento di alcun programma in palinsesto) l’offerta generalista e i nuovi canali televisivi nazionali, offrendo numerosi altri canali sia italiani che internazionali tra cui intrattenimento, informazione, cultura, sport, fiction, musica e cinema.
Un ottimo spot, senza alcun dubbio, per la nuova piattaforma ma si tratta comunque di un palliativo che penalizza i cittadini i quali, in ogni modo, non potrebbero aspettarsi granché dagli stessi enti ed aziende preposte perché: “quale appetibile interesse può rappresentare una minima utenza (in numero) come la basso molisana?”.
Tra le alternative proposte dagli stimabili tecnici si pone l’installazione, a spese del Comune, di una rete di gap filler, microripetitori cittadini, che trasmettono in isofrequenza (stesso canale) del ripetitore principale, lo stesso segnale TV, sincronizzato in maniera tale da non creare interferenza: un sistema che garantisce una ricezione solo all’aperto e non in area cittadina all’altezza del suolo stradale circondato dai palazzi. In generale hanno poche centinaia di metri di copertura, ma garantiscono un ottima ricezione con costi non proprio alla portata del nostro Comune, soprattutto in questo periodo. Perciò, pieno supporto a Francesco Rinaldi, pronto e determinato nel portare la questione al Ministero degli Esteri per, quantomeno, risolvere le interferenze che giungono della Croazia e quelle relative ai cittadini che generano interferenze con le proprie “fortuite” installazioni.
Allora, in attesa di buone nuove, non resta che noleggiare un film o accontentarsi di “quel che passa il convento” magari, con i televisori spenti si potrebbe assistere a una crescita demografica…