Come si trasforma il corpo di una donna vittima del cancro al seno? Il fotografo di moda DAVID JAY ha dato vita al progetto “The SCAR Project”, una mostra, un libro e un documentario prodoto e diretto da Patricia Zagarella, che consiste in un lavoro di 6 anni durante i quali ha scattato fotografie a più di 100 donne, dai 18 ai 35 anni, affette da cancro al seno e provenienti da tutto il mondo.
In occasione della Giornata mondiale contro il cancro, REAL TIME dedica un appuntamento speciale alle storie di chi porta sulla pelle i segni di una vittoria e martedì 4 febbraio alle ore 23:05 presenta l’emozionante documentario vincitore di un Emmy “GLI SCATTI DELLA RINASCITA” che racconta le storie delle donne che questa dolorosa battaglia l’hanno combattuta in prima fila.
La parola Scar significa cicatrice e nel progetto è un acronimo che sta per Surviving Cancer, Absolute Reality. È una realtà spaventosa ma esiste. Il progetto è nato per caso: David Jay si occupava di moda e mai avrebbe pensato di scattare foto simili. Ma poi 7 anni fa la sua amica Paulina si è ammalata a soli 29 anni. Nel giro di due settimane aveva subito una mastectomia. Una ragazza bella, forte, giovane che aveva fotografato tante volte ora soffriva davanti ai suoi occhi. Quando mesi dopo Paulina è tornata a fare yoga il suo body sottolineava l’assenza del seno. Lì David ha capito che doveva fotografarla per dare voce alla sua tristezza nel vederla soffrire. Poi pian piano è entrato in contatto con tante donne che avevano vissuto la stessa esperienza. Insieme a loro ha deciso di scattare queste foto per far capire le conseguenze del Tumore al seno.
“The SCAR Project fa parte di una campagna di prevenzione del cancro al seno dedicata soprattutto alle più giovani. Ma il messaggio più profondo è un messaggio d’umanità – afferma David Jay –Accettare ciò che la vita ci offre. Tutta la bellezza e la sofferenza, con grazia, coraggio, empatia, comprensione. In fin dei conti, The SCAR Project non si occupa solo di cancro al seno ma della condizione umana in sè. Le immagini vogliono trascendere la malattia, illuminare le cicatrici che ci uniscono”.
MARTEDÌ 4 FEBBRAIO ALLE 23:05 SU REAL TIME
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