“iZombie” è l’attesa serie tv che rilegge con ironia e black comedy il genere dei “morti viventi” che Premium Action trasmette in anteprima esclusiva dal 4 novembre, ogni mercoledì in prima serata.
La serie che vanta la firma di Rob Thomas, già dietro il successo del cult “Veronica Mars”, è tratta liberamente dal fumetto omonimo best-seller di Chris Roberson e Michael Allred, pubblicato da Vertigo della DC Comics dal 2010.
Olivia – detta “Liv” – Moore è una studentessa di medicina diventata una zombie che lavora come assistente in un obitorio e aiuta la polizia a risolvere casi di omicidio grazie alla sua particolarissima dote: assorbe i ricordi dei cervelli di cui si nutre con fame atavica, oltre che adottare le abilità dei defunti. Per ingannare i viventi del suo aspetto spettrale, la famelica Liv spiega di essere seguace del filone dark/goth, mentre per la sua capacità di “nutrirsi” delle memorie professa di essere una sensitiva.
Ad interpretare la protagonista è la neozelandese Rose McIver, uno dei volti più emergenti del piccolo schermo americano (già vista in “Masters of sex” e “Once Upon a Time” in tv, mentre al cinema era nel cast di “Amabili resti” di Peter Jackson ed è apparsa in “Lezioni di piano” di Jane Campion nei panni di un angelo…).
In patria la serie è già stata rinnovata dopo le critiche positive e gli ottimi ascolti.
Diane Ruggero-Wright è co-ideatrice/adattatrice del serial insieme a Thomas, già al suo fianco in “Veronica Mars”: entrambi sono anche produttori esecutivi (Thomas dirige anche la puntata-pilota). Nel fumetto originale la protagonista si chiamava Gwen Dylan e la storia si svolgeva a Eugene in Oregon (nel serial a Seattle). Il tema musicale, “Stop, I’m Already Dead”, è eseguito dai Deadboy & the Elephantmen. La sigla iniziale è disegnata da Michael Allred del fumetto-padre.
Il critico di “Variety” Brian Lowry ha così commentato l’avvento del serial: “dopo il boom dei vampiri tocca a quello dei morti viventi, ma con ‘iZombie’ ci si discosta dal classico clichè grazie a Rob Thomas che mette in scena una sorta di ‘Veronica Mars’ dall’aria pallida in volto e qualche reminiscenza del non dimenticato ‘Tru calling’, dando vita – espressione strana, visto il genere – a un ‘walking show’ capace di camminare sulle proprie gambe. Anche rispetto al fumetto originale…”.