Andrà in onda in occasione della Festa della Repubblica domani sera venerdì 2 giugno alle 21.05 su RaiDue “C’è qualcuno”: il documentario scritto da Michele Santoro e realizzato interamente con filmati originali dei Vigili del fuoco girati con i loro mezzi – dalle piccole telecamerine GoPro montate sui caschi da soccorso alle riprese immediate con i telefonini e alle telecamere vere e proprie – durante i soccorsi all’Hotel Rigopiano di Farindola nel gennaio scorso.
“C’è qualcuno” è l’urlo costante che accompagna le fotoelettriche e le torce che si fanno strada nel freddo e nel buio delle macerie dell’albergo sepolto dalla valanga. E con queste immagini, per la prima volta trasmesse in tv, e con il loro racconto vivo, come una diretta sul campo, è come se i Vigili del fuoco ci portassero all’interno di quelle macerie a condividere fatica, disperazione, tenacia, gioia, commozione, speranza.
“C’è qualcuno” è una testimonianza priva di qualsiasi retorica dell’eroismo civile di cui sanno essere capaci gli italiani più semplici, infilandosi in impressionanti cunicoli mentre incombe sulla loro testa il rischio di una nuova valanga e di ulteriori scosse di terremoto. Uomini e donne che si sono distinti per “la grande capacità di organizzazione, di tecnica e soprattutto la generosa abnegazione”, come ha avuto modo di sottolineare di recente il Presidente della Repubblica. La Rai ha deciso di trasmetterlo il 2 giugno Festa della Repubblica come omaggio a loro, all’Italia migliore.
Fino a oggi, se pensiamo al racconto in diretta di una tragedia, uno straordinario documento televisivo era Vermicino, ovvero la morte di un bambino. Rigopiano sarà ricordato invece perché quattro bambini erano tra i tanti da salvare: quattro bambini estratti tutti vivi. “Un bambino salvato diventa, in quei momenti, tuo figlio. Un adulto morto è un parente che ti lascia”, raccontano i Vigili protagonisti dei soccorsi.
I familiari delle 29 vittime, che inizialmente avevano protestato, dopo aver visto in anteprima il film hanno riconosciuto il valore e il senso del lavoro. “Non deve accadere che la ‘retorica sui valorosi soccorritori’ cancelli i morti, la sofferenza dei sopravvissuti e la ricerca e l’accertamento di eventuali responsabilità”, ha detto Michele Santoro.
“Questo nostro film non celebra né il potere costituito né gli eroi, celebra i non eroi: i Vigili del fuoco che si sono infilati in quei buchi, i sopravvissuti che si preoccupavano più della salvezza degli altri che di loro stessi, e quei bambini che hanno resistito nel buio tenendosi per mano”.