Un viaggio negli ultimi cinquant’anni della storia americana, un viaggio che svela i rapporti, talvolta perversi e criminali, che intercorsero tra il governo degli USA, in mondo particolare la CIA, e il mondo del narcotraffico. A ricostruire la trama di questa relazione pericolosa, attraverso immagini di archivio e testimonianze di ex agenti dei servizi segreti e della DEA nonché di esponenti del mondo criminale, Droga a stelle e strisce, la docu-serie in quattro parti, in onda da giovedì 6 luglio alle 21.00 su History (in esclusiva su Sky al canale 407).
Durante la guerra fredda, per opporsi al dilagare del comunismo nei Paesi del Centro e del Sud America, la CIA chiese e ottenne il sostegno dei narcotrafficanti. In cambio chiuse un occhio sull’importazione di sostanze stupefacenti nel territorio statunitense. E allestì una serie di strutture e depositi per raccogliere queste sostanze. Non solo. L’esercito americano fu indirettamente uno dei responsabili del successo dell’LSD, dal momento che eseguì diversi esperimenti sui propri soldati e sui civili, a loro insaputa, per valutarne l’efficacia. La situazione, però, sfuggì di mano alle autorità americane. Dapprima circoscritta ai ghetti e ai quartieri periferici delle grandi città, la diffusione delle droghe si espanse a macchia d’olio, causando gravi problemi d’ordine sociale e sanitario.
Nel 1971 il presidente Nixon dichiarò ufficialmente guerra alla droga, affermando “che il nemico pubblico dell’America è l’abuso di droga: per combattere e sconfiggere questo nemico è necessario intraprendere una nuova offensiva”. Nixon e la sua amministrazione si adoperarono per contrastarne l’importazione dai Paesi del Sud America e per ridurne la domanda interna. Inoltre avviarono il più ingente finanziamento a sostegno dei programmi di trattamento della dipendenza da stupefacenti. La sua azione venne poi confermata dai successivi presidenti. Ma i risultati non furono sempre segnati dal successo.
La mini-serie targata History arriva fino a giorni nostri e si sofferma anche sul ruolo giocato dalla guerra al terrorismo islamico. Basti pensare all’Afghanistan. Fino al 2001, prima dell’intervento militare, la produzione di oppio s’era ridotta. Dopo l’invasione, la caduta del regime talebano, lo scoppio della guerra civile, la ripresa delle lotte tra le varie tribù ed etnie, la formazione di governi deboli, l’oppio afghano è stato protagonista di un vero e proprio boom: la sua produzione oramai rappresenta il 90% di quella mondiale. A tutti gli effetti l’Afghanistan è diventato un narco-stato sempre più corrotto.
Ma i problemi per gli USA non si limitano al fronte esterno. Ad oggi più di 2,4 milioni di americani sono dipendenti da droghe sintetiche, tra cui il Fentanyl, un potente analgesico oppioide: venduto illegalmente, può arrivare ad essere fino a cinquanta volte più potente dell’eroina. Solo nel 2014 ha ucciso oltre 5000 persone, mentre il numero complessivo delle vittime di droga negli USA arriva a circa ventottomila. Cifre non trascurabili di una guerra che nel corso degli anni è finita per costare agli Stati Uniti un miliardo di dollari.