La crisi economica, l’ombra cinese incombente, lo scontro generazionale fra millennials e impiegati storici, il precariato, l’inarrestabile avanzata del digitale, l’indigesta presenza di donne in carriera eimmigrati sono il focus dell’attesissima nuova stagione di Camera Café in arrivo su Rai2 da lunedì 4 settembre 2017, ore 21.05.
La storica sketch-com guidata da Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu torna a fotografare i cambiamenti sociali dell’Italia con l’ironia, il cinico umorismo e il politicamente scorretto che l’hanno contraddistinta dal suo esordio nel 2003, facendola diventare uno dei programmi più longevi e amati della televisione italiana.
Accanto agli inseparabili Luca Nervi e Paolo Bitta, tornano Silvano Rogi (Alessandro Sampaoli), perennemente mobbizzato, il direttore Augusto De Marinis (Renato Liprandi), ormai prossimo alla pensione, il gelido responsabile delle Risorse Umane Guido Geller (Roberto Accornero) e l’aggressiva segretaria Alex Costa (Sabrina Corabi).
Ma l’area relax più famosa della tv vede la presenza di tanti nuovi personaggi, destinati anch’essi a diventare iconici: la responsabile marketing, Dottoressa S. Corte, interpretata da un’inedita Serena Autieri nei panni di una donna in carriera, senza un privato conosciuto, avvenente, laureata a pieni voti, multitasking e sempre connessa col suo inseparabile tablet, col quale telefona, invia email, prepara slide e ordina persino il caffè a distanza; il responsabile dell’e-commerce Stefano Ambrosini (Marco Palvetti, Gomorra 2), che vive il precariato come una filosofia di vita; la giovane e sexy Chiara (Sara Cardinaletti,Universitari – Molto più che amici), receptionist sempre con lo smartphone in mano; la superflua segretaria della Dottoressa S. Corte, Beatrice (Ippolita Baldini, Colorado); l’addetta all’IT ma senza alcuna passione per il computer Martina Paroli (Brenda Lodigiani, Scorie, Glob, Quelli che il calcio).
E ancora: l’impiegata frustrata Arianna Marelli (Roberta Mengozzi, Posti in piedi in paradiso, Un matrimonio), la “first lady” della società cinese, Lin (Liyu Jin, Trebisonda, Commissario Rex), il “troll” Fegato Marcio (Pier Giorgio Bellocchio, Melissa P.) tipico leone da tastiera, sarcastico, spietato e senza scrupoli nell’usare la propria disabilità come scudo; il migrante violinista Asafa (Alberto Malanchino, Crozza nel Paese delle Meraviglie), laureato in filosofia e incapace per qualsiasi lavoro, se non a fare il badante di Luca; le donne delle pulizie Cristina e Cristiana (Beatrice Schiros – La pazza gioia – e Alessia Giuliani – Il commissario Rex), la prima intrattabile, la seconda maltrattata. Ad arricchire il cast, sono previste via via anche numerose guest-star, dal mondo dello sport e dello spettacolo, fra cui Roby Facchinetti, ospite nella prima puntata.
Nei nuovi 150 episodi da 5 minuti ciascuno, in onda da lunedì a venerdì a gruppi di 3, l’azienda è al centro dei cambiamenti: dopo l’acquisizione da parte di una milionaria società cinese, la Fēidàn (“uovo volante”), che incute nei suoi dipendenti il terrore di un trasferimento a Nanchino, la bizzarra ed eterogenea famiglia che si ritrova quotidianamente di fronte alla macchinetta del caffè vede l’arrivo di giovani precari che creano un vero scontro generazionale tra i millennials, sempre connessi e apparentemente distanti da valori e sentimenti, e gli impiegati storici, restii a ogni cambiamento, sindacalizzati e capeggiati proprio da Luca e Paolo.
Forte già di 1.576 episodi e di 5 stagioni, Camera Café, che torna dopo 5 anni con la produzione di ZeroStories in collaborazione con Rai Fiction, è un programma ormai entrato nell’immaginario collettivo, tanto da vantare numerose citazioni, parodie e svariate imitazioni.
Adattato dall’omonimo format francese, la versione italiana è diretta da Fabrizio Gasparetto, che ne cura la sceneggiatura insieme a Lorenzo De Marinis, Massimo Levati, Giuseppe Dimasi e Marco Renzi. La struttura del format, che ricalca quella della situation comedy mixata con i tempi e i meccanismi della miglior sketch comedy, si è distinta da subito per la sua forza innovativa, sia dal punto di vista tecnico (l’uso di una sola telecamera che lavora in un unico piano sequenza) sia per i contenuti e per lo stile recitativo.