Il ricorso di Europa 7 contro l’Italia sara’ discusso dalla Grande Chambre della Corte europea dei Diritti dell’Uomo in udienza preliminare il 25 maggio prossimo alle 9.15 a Strasburgo. Si tratta, spiega una nota del Consiglio d’Europa, dell’emittente che nel 1999 aveva ottenuto una concessione televisiva per la diffusione via etere, ma che, non avendo mai avuto la frequenza, non puo’ ancora oggi trasmettere. La concessione consisteva nell’attribuzione di una frequenza che venne assegnata ma non rispettata, in quanto una legge transitoria prolungava il diritto di sfruttamento delle frequenze da parte di emittenti gia’ esistenti e che, invece, avrebbero dovuto lasciare spazio al nuovo titolare. Europa 7, quindi, non ha mai potuto esercitare il proprio diritto e trasmettere.
Attraverso il proprio rappresentante legale Francescantonio Di Stefano, il 16 luglio 2009, dopo innumerevoli ricorsi falliti presso le autorita’ italiane, Europa 7 si e’ rivolgta alla Corte dei Diritti dell’Uomo che il 10 novembre dello stesso anno ne ha accolto l’istanza. Di Stefano invoca: l’articolo 10 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo che riguarda la liberta’ di espressione perche’, senza giustificazione, e’ stato impedito a Europa 7 di comunicare informazioni; l’art. 14 per essere stati discriminati a vantaggio di altra emittente e l’art. 6, comma 1, per il diritto a un processo equo e infine il primo comma dell’art. 1, sul diritto alla proprieta’, per il quale chiedono un risarcimento dei danni patrimoniali subiti.