Infatti l’ultimo taglio di 30 milioni mette le tv locali, oltre 600 in tutta Italia, in una situazione molto grave. Sono a rischio 10.000 posti di lavoro”. “Le misure di sostegno alle tv locali – prosegue il deputato – vennero individuate in una parte del canone Rai dall’art. 10 della L.422/93 che, commisurata al canone dell’epoca, ammontava a 376 miliardi di vecchie lire annue, e commisurata al canone attuale, dovrebbe ammontare a 270 milioni di euro annui. Queste misure non sono mai arrivate a regime, ma avevano raggiunto nel 2008 l’importo di 150 milioni di euro; con i tagli effettuati dalla finanziaria 2009 però, le cifre si sono sensibilmente ridotte e nel corso degli anni tali misure sono andate sempre diminuendo arrivando nel 2011 a soli 120 milioni di euro”. “Se tali cifre non dovessero essere almeno riportate in linea con i 150 milioni – afferma Carlucci -, la stragrande maggioranza delle TV locali dovrà definitivamente chiudere con la perdita di 5.000 posti di lavoro diretti e di ulteriori 5.000 dell’indotto. Si potrebbero poi aggiungere molti posti di lavoro delle PMI del Paese, che perderebbero il mezzo attraverso il quale farsi conoscere dai cittadini e stimolare il consumo dei loro prodotti. Inoltre il Paese perderebbe lo strumento prezioso con il quale garantire la tutela delle specialità culturali ed identitarie delle regioni e dei territori”.