I cittadini di San Silvestro annunciano la ripresa dello sciopero della fame e della sete, il 7 maggio, in vista dell’avvento del digitale terrestre in Abruzzo e tuonano contro le istituzioni consapevoli, secondo loro, dell’inidoneità del sito ad accogliere gli impianti. Oggi i residenti temono che la new entry (il digitale appunto) possa aggravare l’inquinamento elettromagnetico con cui si convive da tempo.
«Siamo stufi di sentire sulle reti televisive Regionali le dichiarazioni mendaci circa la riduzione dell’80% dell’inquinamento elettromagnetico grazie all’avvento del digitale», dice l’Associazione “No elettrosmog San Sivestro”, «la riduzione quand’anche si verifichi sarà di breve durata in quanto se San Silvestro Colle tornasse ad essere un sito di Piano, tutte le emittenti in digitale vi posizionerebbero gli impianti. Poiché il limite di legge è di 6 V/m tutte avrebbero poi il diritto ad esercitarvi gli impianti sino alla soglia del predetto limite. Ma poi se i 6 V/m verranno superati dall’emissione congiunta di oltre 200 emittenti operanti (tante sono quelle che sinora hanno chiesto di trasmettere in Abruzzo) chi di loro sarà ritenuto colpevole e sanzionato?».
«SI SAPEVA DALL’INIZIO»
Quanto ancora dovremo aspettare prima di vedere il sito sgombro dalle antenne? Si chiedono gli abitanti di San Silvestro costretti da oltre 20 anni a vivere sotto una spessa coltre di onde elettromagnetiche, con valori ai limiti di legge.
Lo scorso 13 marzo l’Agcom ha pubblicato il Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze radiotelevisive che ha confermato l’esclusione definitiva permanente del sito di San Silvestro. «Le antenne televisive di San Silvestro colle dovranno andarsene da San Silvestro e spostarsi sulla piattaforma off shore nel più breve tempo possibile verrà bonificato», è stato il verdetto dell’autorità, salutato con entusiasmo dal sindaco di Pescara Albore Mascia e dallo stesso Ministero per lo Sviluppo Economico. E si parla di al massimo altri 6 mesi d’attesa.
Secondo Il Pnaf definitivo per l’Abruzzo (emanato con la delibera nr. 93/12 dell’Agcom del 22 febbraio 2012), fa notare l’associazione pescarese, «è specificato che San Silvestro Colle non è compreso nei siti idonei, anzi non lo è stato anche nei precedenti Pnaf. Se questa è la legge significa che se gli impianti sono a San Silvestro Colle se ne devono andare e subito, se non ci sono (nuove emittenti) non ci possono salire». Al posto di San Silvestro l’Agcom ha inserito, come richiesto dal Comune e dalla stessa Regione Abruzzo, la piattaforma off shore, denominata ‘Francavilla’, che secondo lo studio condotto dalla Facoltà di Ingegneria de L’Aquila, è idonea a ospitare le antenne, anche sulla base degli studi che hanno certificato l’assenza di interferenze radioelettriche con l’altra sponda dell’Adriatico. Dunque da quel giorno è sorto per il Ministero un preciso obbligo di trasferimento. Ma ad oggi nulla è stato fatto.
Ma l’associazione fa notare che «sempre l’Agcom per coprire con il segnale la Regione ha selezionato inizialmente ben 100 siti, diventati 101 con l’ulteriore inserimento del sito della piattaforma marina e ciò si sapeva almeno dall’agosto 2011».
In Abruzzo quindi vi sono 101 siti idonei dal punto di vista radioelettrico ad ospitare gli impianti. Le emittenti pubbliche o private, valutato ognuna le proprie necessità di copertura territoriale (un paese, una provincia, l’intera regione) dovevano chiedere l’autorizzazione al Ministero comunicando i siti di interesse. Una volta ottenuta la licenza Ministeriale potevano chiedere al Comune ove insiste il sito l’Autorizzazione Generale per l’installazione di tralicci, ovvero se già esistenti di posizionarvi e far funzionare gli impianti in tecnica digitale. Ottenuta quest’ultima realizzava e tralicci ovvero se esistenti modificava gli impianti e poteva iniziare a trasmettere in Tecnica digitale.
Sulla inidoneità del sito di San Silvestro ad accogliere le antenne, poi, ci sono le ordinanze regionali emanate dalla Regione Abruzzo nel 2008, e le sentenze del Tar Abruzzo che, nel respingere il ricorso dell’emittente RAI WAY (e di tutte le altre emittenti ) ha stabilito che «il sito di San Silvestro non è più idoneo a ospitare emittenti, sulla base del Piano nazionale di assegnazione delle frequenze, indipendentemente dal superamento dei limiti di emissioni pertanto la delocalizzazione, nel rispetto delle procedure previste, risulta allo stato un atto dovuto».
Ma allora, si chiede l’associazione, «come fanno oggi a trasmettere da San Silvestro? Chi ha rilasciato le Autorizzazioni a trasmettere in Tecnica Digitale? Chi ha il potere/dovere di controllare la regolarità delle Autorizzazioni a trasmettere in Tecnica Digitale da San Silvestro Colle? Chi ha il potere/dovere di spegnerle, garantendo solo alla RAI quale concessionaria pubblica di trasmettere i telegiornali e le altre informazioni di pubblica utilità?».
«ANCHE IL MINISTERO SAPEVA…»
Il comitato ha poi ricordato che anche il Ministero dello Sviluppo Economico sapeva tutto tanto che l’ex Sottosegretario allo Sviluppo Economico nel rispondere alle interrogazioni parlamentari dei Senatori Mascitelli e Legnini disse esplicitamente che «la delocalizzazione delle emittenti, sia televisive che radiofoniche, site in San Silvestro (Pescara) diviene un atto dovuto solo in presenza di un Piano nazionale di assegnazione delle frequenze (PNAF)».
Il Ministero sapeva e sa, dice l’associazione, «che San Silvestro non è sito di Piano e quindi non può aver rilasciato le autorizzazioni. Chi dunque ha assicurato e assicura protezione a RAI WAY (e tutte le altre) lasciandola nel sito di San Silvestro? Vi sono delle contropartite per fare sì che le leggi e le ordinanze sopra richiamate non vengano rispettate? (RAI WAY nel 2010 ha dichiarato utili per circa 32 milioni di Euro, negli anni precedenti poco di meno. Mediaset è quotata e di utili ne dichiara molti di più)».
L’associazione ritiene che il rilascio di autorizzazioni a trasmettere su un sito fantasma, le inerzie relative al mancato trasferimento degli impianti o al loro mancato spegnimento possano rientrare nelle ipotesi di reato di abuso d’ufficio dal momento che le istituzioni hanno con tali azioni consentito un indebito vantaggio patrimoniale a tutte le emittenti che non hanno effettuato il trasferimento dei loro impianti a loro spese (come previsto dalla legge).
Alcuni cittadini ormai da tempo hanno presentato denunce alla Magistratura, ha ricordato l’associazione, «contro le eventuali lesioni alle persone (tumori compreso) che potrebbero essere dovute alla continuata esposizione ai Campi Elettromagnetici aventi valori superiori ai limiti di legge».
Intanto ad oggi San Silvestro rimane la terra delle antenne.
quando la Rai ha installato le antenne, cioè oltre 50 anni fa, in quella zona non vi era una casa,,,,,,poi speculazione edilizia, abusivismo…..casomai sono le case a dover andare via.-
ma quali piattaforme marine ???? ma le antenne emittenti non devono stare in alto ?? in collina ??