Ecco il comunicato stampa relativo:
«Con riferimento alle problematiche della definizione del calendario per il completamento della transizione alle trasmissioni televisive digitali terrestri e alla convocazione del Comitato Nazionale Italia Digitale (CNID) disposta dal Ministro dello Sviluppo Economico per martedì 1° marzo p.v., l’Avv. Marco Rossignoli, Coordinatore Aeranti-Corallo (l’associazione di categoria che rappresenta, tra l’altro, 320 imprese televisive locali), ha dichiarato:
“Ad oggi sono state interamente digitalizzate le regioni Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Lazio (esclusa la provincia di Viterbo), Campania, Sardegna. Restano ancora da digitalizzare le regioni Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia. Il calendario della digitalizzazione – ha proseguito Rossignoli – prevede che la stessa debba essere completata entro il 31 dicembre 2012, ma l’Agcom ha recentemente inviato una segnalazione al Ministero dello Sviluppo Economico per chiedere di completare lo switch off entro l’anno 2011.
Occorre tuttavia rilevare – ha dichiarato Rossignoli – che le frequenze originariamente previste per le tv locali dal piano nazionale di assegnazione erano 27, ma a seguito della legge di stabilità 2011 (che ha destinato nove di tali ventisette frequenze – e cioè i canali da 61 a 69 UHF – ai servizi di comunicazione mobile a larga banda) si è ora ridotto a 18 (27-9=18). Con tale esiguo numero di frequenze – ha evidenziato Rossignoli – non è assolutamente possibile che tutte le tv locali delle aree ancora da digitalizzare ricevano le assegnazioni frequenziali e divengano operatori di rete, come invece è avvenuto nelle aree già digitalizzate. In particolare – ha aggiunto Rossignoli – il numero di diciotto frequenze è assolutamente insufficiente nelle regioni Toscana, Puglia, Calabria, Sicilia, Abruzzo e, comunque, sussistono rilevanti difficoltà anche nelle altre regioni in relazione alle esigenze di coordinamento tecnico con le trasmissioni televisive digitali dei Paesi esteri confinanti.
Tale ridotto numero di frequenze – ha proseguito Rossignoli – non solo non permette di accelerare il processo di transizione, come invece sarebbe stato opportuno, ma probabilmente renderà inevitabile un forte ritardo nella digitalizzazione rispetto anche ai tempi originariamente previsti. D’altro canto, non è certamente pensabile – ha aggiunto Rossignoli – un ridimensionamento del comparto televisivo locale, mentre stanno per essere assegnate, peraltro con un beauty contest, cioè senza alcun onere, sei frequenze al comparto televisivo nazionale. Tale ridimensionamento avrebbe, peraltro, evidenti ricadute occupazionali nel comparto.
Per dare soluzione alla problematica – ha proseguito Rossignoli – Aeranti-Corallo proporrà, nell’ambito della riunione del Comitato Nazionale Italia Digitale di martedì 1° marzo p.v., di destinare tali sei frequenze ai servizi mobili di larga banda. In tal modo la riduzione delle frequenze delle tv locali potrebbe passare da nove a solo tre, peraltro in armonia con la quota di 1/3 prevista per l’assegnazione frequenziale alle tv locali. Auspichiamo – ha concluso Rossignoli – che le regioni ancora da digitalizzare, presenti nel Comitato Nazionale Italia Digitale con i propri rappresentanti, vogliano sostenere le ragioni dell’emittenza locale considerato che, anche nel digitale, il ruolo della stessa sarà quello di garantire il pluralismo televisivo sul territorio”.
Fonte: Il Sole 24 ore