I familiari affranti che gli tengono la mano al suo capezzale. Lo scopo è scientifico: la morte di Gerald, un ex soldato il cui cognome non è stato reso noto, erano stati filmati assieme agli ultimi due mesi di battaglia del vecchio contro il cancro per il programma Inside the Human Body, dentro il corpo umano, in onda alle 21. A un certo punto l’uomo dice: “Io non voglio morire ma evidentemente, se non c’é un miracolo, non sarò qui a lungo. Non ho paura. E non credo che sarà come tagliare un nastro con le forbici. Credo che non scomparirò completamente”. La scena della morte, girata il primo gennaio, dura 5 minuti, con una voce fuori campo che spiega cosa succede nel corpo dell’anziano i cui organi vitali cedono progressivamente. Alla fine del documentario si risente la sua voce: “Voglio essere ricordato come un buon padre, un buon marito e un buon nonno. Spero che le mie mancanze saranno perdonate”. Il programma è stato attaccato per mancanza di sensibilità: “Alcuni aspetti della vita sono così privati che tali dovrebbero restare anche se l’individuo dà il permesso”, ha detto Peter Saunders di Care not Killing. E John Whittingdale, un membro conservatore della Camera dei Comuni, ha attaccato l’emittente: “La morte non dovrebbe servire da spettacolo di prima serata per un pubblico televisivo”. Le critiche a Inside the Human Body si aggiungono a quelle, recentissime, di cui la tv di servizio pubblico è stata bersaglio quando ha filmato un uomo che si toglie la vita in una clinica svizzera per l’eutanasia. Un portavoce della Bbc ha difeso entrambi i programmi: “La rete non si tira indietro solo perché un tema è difficile”. Ma quello di oggi non è il solo show controverso che in questi giorni mette il piccolo schermo di fronte alle polemiche. Su Channel 4 è stata messa in cantiere una serie in quattro puntate intitolata Drugs Live che punterà i riflettori sugli effetti che hanno le droghe pesanti – eroina, cocaina, ecstasy, crack e Lsd – su chi ne fa uso. “Tutto a scopo educativo”, hanno spiegato dalla produzione, per farsi contraddire a stretto giro di posta da Vivienne Pattison di Mediawatch: “Permettere che ci si droghi in diretta tv è altamente irresponsabile e manda il messaggio completamente sbagliato”.