Calcio e diritti tv, i rischi legati al nuovo contratto

La Lega serie A, con il presidente Beretta praticamente dimissionario (ancora non si trova un sostituto…) e con la questione dei bacini di utenza tutta da risolvere, si sta preparando a lanciare il nuovo bando d’asta per i diritti tv in scadenza nel 2012.

In un clima contrassegnato da forti contrasti tra i presidenti e da un alto tasso di litigiosità che non promette niente di buono, dovranno essere fissate linee guida più o meno condivise da sottoporre al vaglio della autorità preposte ai controlli in materia (Antitrust e Telecomunicazioni).

Il problema sembra essere rappresentato dalle cifre che le pay tv saranno disposte a mettere sul piatto per ottenere il rinnovo dei contratti. Il fatto è che si è instaurato, dopo il crac di Dahlia tv, un sostanziale duopolio. Sky (satellite) e Mediaset (digitale terrestre) sono ora in grado di fare il bello e il cattivo tempo. I rischi di un tale stato di cose sembrano molto più alti di quanto non si possa credere,

Secondo quanto scrive oggi Repubblica.it, l’advisor della Lega (Infront) punterebbe a un aumento del 10% degli introiti. Ciò significherebbe far entrare 100 milioni di euro in più nelle casse dei club di Serie A Tim, per arrivare a un tetto complessivo di 1milione100mila euro.

Non si capisce per quali recondite ragioni Sky e Mediaset dovrebbero fungere da benefattori del sistema, disancorandosi da una trattativa commerciale in cui hanno il coltello dalla parte del manico. In un contesto di questo tipo, le ipotesi di Infront potrebbero restare pie intenzioni.

Con il Fair Play Finanziario che incombe, l’attesa e sostanziosa sforbiciata sui diritti tv sarebbe una vera iattura per il sistema calcio italiano. Un mondo impantanato in canoni superati e stantii, che non ha saputo guardare oltre la punta del suo naso.

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