La versione finale del decreto, si legge in una nota, tiene conto sia delle osservazioni pervenute dal Parlamento, sia delle esigenze emerse negli incontri con i rappresentanti delle emittenti televisive e dei produttori cinematografici. Il provvedimento stabilisce per la Rai che il 3,6% dei ricavi complessivi annui debba essere destinato a produzione, finanziamento, pre-acquisto e acquisto di opere cinematografiche italiane, mentre per le altre emittenti tale obbligo riguarda il 3,2% degli introiti netti.
Per quanto riguarda l’obbligo di programmazione, il testo prevede per la Rai che sia dedicato a opere italiane l’1,3% del tempo di trasmissione per i palinsesti non tematici e il 4% per quelli tematici, mentre per le altre emittenti tale disposizione riguarda l’1% del tempo di diffusione per i palinsesti non tematici e il 3% per quelli tematici. Il provvedimento prevede un percorso graduale per raggiungere le quote previste: a partire dal 1* luglio 2013, 30 mesi per la programmazione e 18 mesi per gli investimenti.
Alla fine di tale periodo, le quote potranno essere verificate e, nel caso, aggiornate alla luce della situazione di mercato. “La firma del decreto sulle quote cinema -hanno dichiarato i ministri- da’ concreta attuazione a una misura normativa attesa da tanti anni. Il provvedimento tiene conto delle esigenze degli operatori del settore e delle osservazioni giunte dal Parlamento, introducendo un meccanismo graduale di investimenti e programmazione. Ora la cinematografia italiana puo’ contare su maggiore certezza normativa e di investimenti, che favorira’ il rilancio del settore” hanno concluso Passera e Ornaghi.