Nello stesso tempo, ha assicurato 6 canali di qualita’ a Rai e Mediaset, lasciando all’emittenza privata frequenze disturbate”, che irradiano un segnale scadente. Il testo unico 177/2005 prevedeva invece l’assegnazione alle locali di 1/3 delle 27 frequenze di qualita’, non soggette a interferenze. ”Tanto non e’ stato rispettato – rileva ancora Introna – e giustificherebbe un equo indennizzo: democrazia e pluralismo non possono essere lasciate solo al duopolio Rai-Mediaset”. Il comparto si e’ ulteriormente indebolito con la riduzione dei fondi del DM 292/2004. Quanto all’assegnazione alle ”private” dei 3/4 della quota del canone RAI di competenza statale (per un totale ad oggi pari a 270 milioni), il piatto dell’emittenza piange. ”Nel passato – fa sapere sempre il referente della Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali – le annualita’ da ripartire non hanno superato i 150milioni di euro, poi ridotti a 130 e 110, ma per il 2010 sono stati liquidati 65 milioni e solo in questi giorni”, gli altri 50 saranno erogati alle tv ‘’spalmati” in tre anni. Nuovo taglio nel 2011, che ha in dote solo 100milioni di euro.
A tutto si aggiunge il problema della numerazione dei canali per il digitale (LCM), che sta sollevando contestazioni e un ingente contenzioso. Sono ”nodi dai quali dipende il futuro delle antenne locali e sui quali le Regioni non sono state consultate, nonostante il carattere concorrente della materia”, sottolinea il presidente Introna, che rivendica l’applicazione delle norme e sollecita ”la modifica del bando della legge 448/1998 e del regolamento del DM 292/2004, alla luce dell’introduzione del digitale”. Da qui l’esigenza di un incontro, chiesto da Introna al ministro Passera, per ”affrontare i problemi, fare chiarezza e avviarli a soluzione, nello spirito della collaborazione istituzionale, del pluralismo, della democrazia e per garantire a tutte le voci libere di esistere”.