Si chiama Quinta Communications, ed è il ‘canale’ che mette in contatto il regime del colonnello Gheddafi con una serie di realtà del mondo dello spettacolo, dalla Tunisia alla Francia, passando per l’Italia. Il nodo è infatti rappresentato dalla quota del 10 per cento che – ricordava il ‘Corriere’ nel settembre 2010 – la societa’ maltese Lafi Trade, controllata dal fondo sovrano Lybian Investment Authority, ha acquistato in Quinta Communications, societa’ di proprieta’ (con il 68%) del finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar e nella quale Fininvest ha il 22 per cento attraverso la controllata lussemburghese Trefinance sa.
Ma Quinta ha anche acquistato (questa volta proprio da Prima Tv) il 67,47% della Imperium Spa che controlla la casa cinematografica Eagle Pictures, salvata qualche anno fa dal fallimento: la storica societa’ di distribuzione romana – che in questo periodo sta raccogliendo successo per i 6 Oscar a due sue film, ‘Il discorso del re’ e ‘The Fighter’ – secondo Tarak Ben Ammar potrebbe trasformarsi in casa di produzione cinematografica. Un settore in cui Prima Tv e’ gia’ coinvolta con la sua partecipazione nella Lux Vide di Ettore Bernabei e in cui Quinta Commincations – attraverso la controllata Quinta Industries – e’ gia’ operativa in Francia. D’altronde, una delle motivazioni addotte per l’ingresso dei libici in Quinta sarebbe stata proprio la volonta’ di stimolare la produzione di film sul mondo arabo.
Ma, a giudicare dalle ultime produzioni di Quinta Industries, tale obiettivo appare lontano: sul sito della societa’, infatti, campeggiano solo commedie e melodrammi francesi, con una parziale eccezione: ”Halal Police D’Etat” del regista franco-algerino Rachid Dhibou, uscito due settimane fa in Francia con discreto successo.
L’ultimo tassello del puzzle di partecipazioni indirette attraverso Quinta Communications coinvolge la Tunisia, dove nel 2007 il fratelli Karoui, proprietari del gruppo pubblicitario Karoui & Karoui World, hanno lanciato Nessma Tv, un canale decisamente di taglio ‘europeo’.Un’iniziativa in cui nel 2008 sono entrati come partner Mediaset Investment e Prima Tv (entrambi con il 25%) e che lo stesso Ben Ammar ha detto di voler portare anche sugli schermi tv italiani attraverso un multiplex del digitale terrestre. Per ora – spiegano all’ADNKRONOS fonti del gruppo Karoui – ”la proprieta’ e la gestione restano in mano nostra”, e a Nessma Tv (che in arabo vuol dire brezza) i libici non si sono davvero fatti vedere.
Anzi, all’inizio di gennaio la televisione ha ‘aperto’ ai fermenti nel Maghreb con un dibattito televisivo con ascolti record in tutta la regione: una iniziativa che a Tripoli, il colonnello Gheddafi probabilmente non avra’ gradito molto.
Fonte: Adnkronos