Entro la fine del prossimo anno tutta l’Italia potrebbe dire definitivamente addio all’analogico. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha proposto di modificare il calendario del passaggio al digitale anticipando lo switch off alla fine del 2011 e tra gli operatori del settore ci sarebbe un orientamento favorevole all’iniziativa.
L’ultima parola spetterà al ministero dello Sviluppo economico, che dovrebbe prendere una decisione entro gennaio. L’Agcom, nel consiglio del 13 dicembre, ha deciso di inviare una segnalazione al ministero per chiedere di anticipare lo switch off per Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo e Molise al primo semestre 2011 e per Puglia, Basilicata, Sicilia e Calabria al secondo semestre 2011.
Il calendario attuale prevede che Marche, Abruzzo, Molise, Basilicata e Puglia (oltre alle province di Cosenza e Crotone) passino al digitale entro il primo semestre 2011, Toscana e Umbria (oltre alle province di La Spezia e Viterbo) entro il primo semestre 2012, Sicilia e Calabria entro fine 2012.
Secondo l’Autorità, l’anticipo dello switch off renderà possibile mettere a gara, presumibilmente nel 2013, le frequenze analogiche liberate che saranno utilizzate per la banda larga.
”Con la modifica del calendario, l’Italia sarà la prima a completare il processo di digitalizzazione, diventando leader in Europa”, ha commentato nel corso di un convegno sul digitale terrestre il commissario dell’Agcom Roberto Napoli, annunciando inoltre che l’Autorità ”discuterà delle misure per tutelare le tv locali, che con il passaggio al digitale sono in forte difficoltà, come dimostra il trading delle frequenze, cedute anche a prezzi banali”.
Favorevole all’iniziativa dell’Agcom si è detto il presidente del Consorzio per il digitale, DGTVi, Andrea Ambrogetti. ”Avendo effettuato il passaggio al digitale del 70% della popolazione in due anni, non si capisce perché in un anno non dovremmo riuscire a completare il restante 30%”, ha spiegato Ambrogetti, ricordando anche che nell’ultima fase di passaggio al digitale, in Nord Italia, ”ci sono state difficoltà di ricezione superiori rispetto al resto del territorio per la presenza di numerosi impianti centralizzati, che richiedono interventi di tecnici specializzati, oltre alla conformazione radioelettrica particolare della pianura padana”.
Attualmente due famiglie su tre hanno abbandonato l’analogico, mentre in nove famiglie su dieci c’è il decoder. Ambrogetti ha affermato che con il passaggio al digitale ”si vede più televisione, gratuita e generalista” e che ”il dato più significativo del cambiamento è la crescita del blocco dei canali non Rai e non Mediaset, che raccolgono il 20% di ascolti”.
Fonte: Blitz Quotidiano