“E’ evidente che gli indennizzi previsti dalla legge di stabilità siano talmente irrisori da non incentivare certamente nessuna tv locale a cedere le frequenze. Solo triplicando le risorse sarebbe possibile avvicinarsi ai valori minimi di
“La riduzione delle frequenze – ha proseguito – dovrebbe essere posta per 1/3 a carico delle tv locali e per 2/3 a carico di quelle nazionali. E’ inoltre inaccettabile che mentre alle tv locali vengono ridotte nove frequenze, stiano per essere assegnate, gratuitamente, attraverso una gara in modalità beauty contest, sei frequenze a soggetti che già eserciscono altri multiplex nazionali.
A parere di Aeranti-Corallo un terzo di tali frequenze dovrebbe essere assegnato alle tv locali”. Rossignoli ha aggiunto che “é necessario trovare una soluzione alla problematica, poiché diversamente il processo di transizione al digitale subirà un forte ritardo, con grave danno sia per le imprese che per l’utenza”. “La storia del settore – ha spiegato – ha insegnato che il meccanismo selettivo delle graduatorie, stante la reale complessità, comporta tempi particolarmente lunghi e genera contenziosi estremamente ampi. Appare pertanto molto difficile che possano essere rispettati i tempi previsti dal Comitato Nazionale Italia Digitale per lo switch-off nelle aree ancora da digitalizzare”.