Per volonta’ del Parlamento e con uno straordinario battage informativo, il governo annunciava l’asta pubblica per l’assegnazione delle frequenze televisive e rimuoveva il beauty contest, la distribuzione ai soliti noti (Mediaset, Rai, La7) di sei multiplex, cioe’, pacchetti di frequenze per trasmettere il digitale terrestre”. Per Vonti, pertanto ”il messaggio era chiaro, il bene pubblico frequenze non puo’ essere concesso gratuitamente, tutti devono pagarlo. E il governo calcolava incassi dai 2 ai 4 mld, da distribuire tra le televisioni locali e la banda larga.
Ma i 120 giorni previsti per la pubblicazione del regolamento Agcom (che deve essere stilato dai nuovi commissari nominati ad inizio maggio) sono passati ed ancora non si e’ visto niente. Il Governo preferisce una politica di congelamento della situazione attuale a favore dei grandi gruppi nazionali, penalizzando le televisioni locali e i potenziali editori interessati a fare televisione in Italia. Una vera e propria mazzata all’editoria televisiva regionale, compresa quella umbra. Costretti a convivere con problemi di interferenza con i gruppi nazionali che non potranno essere risolti fino al 2032? – chiede Vinti – Parrebbe proprio di si”’.