I vertici di Mediaset sono ”ancora oggi” inconsapevoli della gravita’ del danno arrecato alle casse del gruppo di Cologno Monzese dal sistema di societa’ off shore creato per realizzare fondi neri ed eludere il fisco italiano nella compravendita dei diritti televisivi all’estero. E’ questo, in sintesi, la convinzione dei giudici della Corte d’appello di Milano che nelle 190 pagine di motivazione della sentenza di condanna inflitta a Berlusconi in secondo grado non mancano di soffermarsi sul ruolo di Mediaset, che nel processo si e’ costituita parte civile senza pero’ reclamare alcun risarcimento.
Per il collegio presieduto da Alessandra Galli ”l’anonima discussione svolta dalla parte civile Mediaset all’esito del processo e la conseguente asserita mancanza di danni alla societa’ in coerenza con una ritenuta congruita’ nei prezzi corrisposti da Mediaset nel corso degli anni per l’acquisto di diritti, significa sostanzialmente che ancora oggi i vertici della societa’ neppure riconoscono l’illiceita’ di quanto e’ stato accertato”.
E’ questa la conseguenza dell’atteggiamento mantenuto negli anni da Silvio Berlusconi che ”ha lasciato che tutto proseguisse inalterato mantenendo nelle posizioni strategiche i soggetti da lui scelti che continuavano ad occuparsi della gestione in modo da consentire la perdurante lievitazione dei costi di Mediaset ai fini di evasione fiscale”.