Nella maggior parte delle grandi societa’ pubbliche, i commenti dei Ceo sono spesso eccessivamente carichi di spirito ottimistico e non sempre vale la pena ascoltarli. Non e’ sicuramente il caso di Charlie Ergen, Ceo di Dish Network, che lo scorso novembre ha dichiarato: “se si dovesse partire oggi, sarebbe meglio iniziare con Netflix (tv online on demand) piuttosto che spendere 3 mld usd per lanciare un canale satellitare”, come invece ha fatto la sua azienda. Ô questo il contesto in cui si inserisce l’offerta di Dish per acquisire gli asset di Blockbuster nell’ambito della procedura di amministrazione controllata.
La catena di negozi specializzati nell’acquisto e nel noleggio di videocassette, DVD e videogiochi ha un marchio molto noto e i diritti cinematografici che potrebbero permettere a Dish di lanciare in brevissimo tempo un servizio online on demand per competere con operatori quali Apple e Amazon.com. Data la competizione, pero’, l’affare Blockbuster e’ solo un piccolo passo verso il rilancio di Dish Network, ragion per cui Ergen sta perseguendo altre strade. La societa’, infatti, ha acquistato un rilevante numero di frequenze di telefonia mobile e ha recentemente siglato un accordo per acquistare al prezzo di 1 mld usd gli asset di Dbsd, societa’ di servizi per la comunicazione satellitare. Come saranno integrati questi asset e se riusciranno a riposizionare efficacemente Dish e’ ancora poco chiaro, e questo e’ sicuramente uno dei principali motivi per cui il titolo dell’azienda scambia solo 9,3 volte al di sopra degli utili attesi per il 2010, contro il multiplo di 15,3 della concorrente DirectTv.
Ma con circa 1 mld usd di flussi di cassa annui e un debito netto di soli 3,5 mld usd, Ergen puo’ permettersi qualche esperimento. Tuttavia Dish non paga un dividendo regolare ne’ riacquista spesso azioni proprie, quindi Ergen dovrebbe cominciare a spiegare piu’ chiaramente ai propri azionisti cos’ha in mente, o almeno riempire le loro tasche.