Questo tipo di tecnologia, che archivia i contenuti 3D in un decoder per poi riprodurli, si chiama “datacating” e si rende necessaria a causa delle dimensioni piuttosto grandi dei file 3D, circa il doppio di quelli tradizionali 2D, che non permettono la visione in tempo reale del contenuto. 3Vod arriva dopo un anno di sperimentazione su un numero limitato di utenti.
I nuovi decoder, i “Motive Bestv STB”, sfruttano la tecnologia asincrona Bestv, sviluppata dall’azienda Motive. Per ora gli utenti di di Mediaset potranno scegliere tra i 50 titoli disponibili inizialmente nel palinsesto. Con l’avvento di 3Vod, Premium si allinea a Sky nell’offerta del 3D rilanciando la competizione con l’azienda di Rupert Murdoch. Fino ad oggi, in Italia, solo la piattaforma satellitare del magnate australiano era in grado di fornire contenuti in tridimensione. Quella del 3D è una delle grandi sfide su cui si gioca la concorrenza tra i due principali gruppi televisivi privati. Giuseppe Flores d’Arcais, cofondatore di Bestv e direttore di Motive, presentando 3Vod ha sottolineato che si tratta di un’anteprima mondiale: “non c’è più bisogno di avere una connessione da 10Mb – ha detto -, perché i telespettatori potranno fruire di servizi televisivi sfruttando il digitale terrestre invece che internet”. Non tutti, però, sono entusiasti della nuova tecnologia.
Alcuni analisti sottolineano come, la necessità di dover “scaricare” anticipatamente i contenuti prima di poterli riprodurre, è il segno della arretratezza tecnologica del nostro Paese. La banda offerta dal digitale terrestre non è sufficiente per fornire trasmissioni in diretta e in tre dimensioni, cosa che invece sarebbe possibile con un’infrastruttura di rete a fibra ottica. Nessuno negli Stati dotati di banda ultralarga, dicono gli scettici, si sognerebbe di usare il datacasting, dato che la fibra permette di scaricare grandi quantità di dati in poco tempo. Obiezioni che non sono del tutto fuori luogo, tanto che qualcuno, come il sito “Engadget” esperto in tecnologia, ha fatto anche dell’ironia sull’offerta di Mediaset, definendola “un sistema per distribuire contenuti in 3D nelle nazioni tecnologicamente meno sviluppate”. Non a caso, continua Endgadget, la stessa Motive, produttrice del decoder, ha dichiarato di essere “già in trattative con aziende in America Latina, Europa Orientale e Turchia per diffondere la stessa tecnologia”.
Fonte: Agenda del Giornalista Informa