I PROBLEMI non se ne sono andati, anzi. Il digitale terrestre in provincia di Rimini crea sempre più disagi. Decine le segnalazioni che continuano ad arrivare ogni giorno sul sito web del Carlino. “La Rai a Rimini città – racconta Valter -non si vede. È da otto mesi che siamo passati al digitale. È possibile che i canali Rai continuino a non vedersi e bisogna rintonizzarli almeno cinque volte al giorno? Siamo tantissimi in queste condizioni”.
ANCHE CNA, Confartigianato e l’Associazione degli albergatori dell’Emilia Romagna, erano intervenuti qualche settimana fa per il mancato segnale del digitaleterrestre. “È un completo disastro. Questa estate abbiamo ricevuto centinaia di chiamate sia da aziende che da privati che non riuscivano a capire perché il segnale tv non c’è. Le aree interessate sono Celle, Rimini Centro, Rivazzura e Miramare. Non si vede assolutamente nulla” denuncia Emiliano Bugli, responsabile Cna Installazione Impianti. La proposta del responsabile di categoria, è la realizzazione di una ‘class action’ per denunciare il disservizio e recuperare almeno i costi dell’abbonamento (di Rai e pay tv, che passano attraverso il digitale terrestre, come Mediaset Premium).Il consiglio di Bugli è infatti quello di rivolgersi alle associazioni dei consumatori per chiedere i danni. Da Federconsumatori Rimini, il presidente Andrea Bascucci, afferma: “Abbiamo avuto più di un colloquio con l’assessore provinciale Galasso. Ci ha detto che ha interessato del problema la Regione e anche il Ministero. Gli amministratori locali hanno presentato diverse missive a riguardo. Ma da Roma non è arrivata ancora alcuna risposta”.
CONTINUA BASCUCCI: “Indipendentemente dagli abbonamenti extra, come Mediaset Premium, il canone Rai viene pagato da tutti e non è giusto non avere il servizio. Stiamo cercando la giusta soluzione legale. La class-action avrà dei tempi lunghissimi, quelli della giustizia italiana. Ma l’intento è di poter dare una risposta ai consumatori. Non si risolve certo il problema tecnico, ma almeno possiamo fare giustizia. Vedremo nei prossimi mesi cosa succederà. Ma abbiamo paura che quando anche le Marche passeranno al digitale i problemi raddoppieranno”.