In altre parole, il capitale sociale delle società o delle cooperative che gestiscono le emittenti deve restare inalterato, così come il numero di lavoratori alle dipendenze delle emittenti, che devono pure garantire palinsesti differenti per i canali ai quali sono state assegnate le frequenze digitali. I finanzieri stanno accertando se, nel frattempo, alcune emittenti abbiano modificato il loro status rispetto a quanto dichiarato in fase di assegnazione delle frequenze.
CHI NON E´ IN REGOLA RISCHIA DI PERDERE LE FREQUENZE GIA´ ASSEGNATE
Nel caso fossero accertate determinate discrasie, scatterebbero le denunce, con pesanti sanzioni previste e la perdita delle frequenze digitali assegnate, che di conseguenza, tornerebbero libere e quindi a disposizione dei network nazionali, tra cui Rai e Mediaset, che non sono ancora visibili in parecchie zone della provincia anche e soprattutto a causa di questi motivi. Il responsabile per la Sicilia di Rai Way aveva addossato la responsabilità dei disagi del digitale terrestre agli installatori e agli antennisti.
Un’accusa giudicata gratuita e indegna dalla Cna, che aveva difeso i lavoratori, garantendo sulle rispettive professionalità. Nei prossimi giorni, quando terminerà il monitoraggio delle zone della provincia coperte dal digitale terrestre dove si registrano i maggiori problemi di ricezione, si terrà un incontro tra Rai Way e il sindaco di Modica, comune dove i problemi sono più gravi, e a seguire un altro incontro con Cna e gli antennisti.
VERTICE A CATANIA PER I FINANZIAMENTI ALLE EMITTENTI TELEVISIVE
Intanto si è tenuto un vertice a Catania per fare il punto sui finanziamenti regionali alle emittenti televisive, in gravissime difficoltà finanziarie dopo le ingenti spese sostenute per il passaggio al digitale. L´assessore regionale al lavoro ha assicurato che si proverà ad intercettare i finanziamenti grazie ai Por Fesr, in modo da fornire una boccata di ossigeno al settore. In provincia di Ragusa quasi tutte le emittenti locali hanno posto in cassa integrazione, totale o parziali, i lavoratori dipendenti, alcuni dei quali prossimi al licenziamento. I provvedimenti della Regione che saranno assunti a breve dovrebbero alleviare i problemi di cassa, fermo restando che le emittenti televisive che ne beneficeranno dovranno essere del tutto in regola.
I PROBLEMI DI RICEZIONE DEL DIGITALE TERRESTRE IN PROVINCIA
«Per il passaggio al digitale terrestre munisciti di un decoder o un televisore di ultima generazione, se non vuoi restare al buio». Questo il claim del martellante spot che per giorni è passato sulle emittenti locali. Ma, nonostante gli utenti si siano attrezzati, spendendo bei soldini anche per la revisione dell’impianto d’antenna, il buio, seppure parziale, è arrivato lo stesso, perlomeno per il 30% dei residenti di Ragusa, Modica centro e zone limitrofe. Il segnale del digitale terrestre, difatti, non riesce a coprire in maniera capillare tutto il territorio, come accadeva con l’analogico.
La particolare conformità di Modica, con il centro storico che si estende in fondo ad una cava, rende problematica la ricezione dei canali con il nuovo segnale digitale. E così accade che migliaia di utenti siano, dallo scorso 19 giugno, impossibilitati a ricevere buona parte del bouquet di canali Rai e Mediaset, per non parlare poi delle emittenti locali. In occasione degli Europei di calcio, sono stati in parecchi i telespettatori che hanno sacramentato per non aver neanche potuto vedere l’Italia in campo. Tutto questo nonostante il canone Rai venga pagato con puntualità, anche se per la televisione di stato questo non fa testo, in quanto il canone è assimilabile ad una tassa di proprietà per il semplice possesso di un televisore.
Una giustificazione che sa però di palese ingiustizia per i malcapitati telespettatori, i quali, riunitisi in un comitato, stanno maturando l’idea di una class action. Intanto la vicenda è approdata al Codacons regionale, che si sta attivando per addivenire ad una soluzione del problema. Del malcontento degli utenti si è fatto portavoce il consigliere comunale Nino Gerratana.
Ma il problema, oltre che Modica, riguarda buona parte del comprensorio modicano, con particolare riferimento a Pozzallo. Non se la passano bene neanche i residenti dei comuni montani, Chiaramonte Gulfi in testa. Anche in questi casi il malumore è palpabile e non sono escluse forme di protesta e class action.