La BBC nel 2009, dopo diverse stagioni nelle quali aveva ceduto lo scettro alla rivale ITV, ritornò a trasmettere i gran premi di F1. Durante l’inverno antecedente l’inizio del campionato ripropose numerosi servizi nei quali si ripercorrevano gli anni storici della Formula 1 attraverso video un po’ sbiaditi dal tempo con il commento dell’epoca (il mitico Murray Walker in coppia con il compianto James Hunt).
C’era grande euforia da parte della BBC nell’essersi ripresa, dopo tanto tempo, i diritti del circus poiché, a loro dire, la Formula 1 tornava a casa ovvero nella tv di stato del paese in cui è nata (l’Inghilterra).
La copertura offerta dalla BBC in questi tre anni è stata praticamente perfetta: nessuna pubblicità durante la diretta, ampio dopo-corsa, voci competenti come quella di Martin Brundle e David Coulthard a commentare. Inoltre le gare, particolarmente in questa stagione, ma saltuariamente anche nella passata, sono state spettacolari e combattute dall’inizio alla fine con i due piloti inglesi di punta – Hamilton e Button – spesso protagonisti.
Insomma, la BBC ha in mano una Formula 1 che meglio di così non potrebbe essere eppure ha deciso di lasciare a Sky i diritti per la diretta di tutti i gp dal 2012 al 2018 (la BBC trasmetterà soltanto la metà delle gare in calendario). Colpa della dura legge del mercato, si dirà. Vero, verissimo, è capitato così per i Mondiali di calcio, per le Olimpiadi ed è normale che succeda anche per l’automobilismo.
La BBC giustifica questa mossa sostenendo che era necessario fare un taglio visto il momento di forte crisi e facendo diventare i tifosi di Formula 1 le vittime sacrificali di tutto ciò. Quei tifosi che a Silverstone il mese scorso avevano invaso le tribune facendo registrare il tutto esaurito e dimostrando tutto il loro interesse e la loro passione verso questa competizione.