Ma in questo iter c’è un altro passo importante che ReteCapri, storica emittente generalista nazionale, mette in evidenza e su cui l’Agcom starebbe lavorando prima dell’approvazione da parte dell’UE: risolvere i problemi di interferenze con l’LTE e con i paesi confinanti quali Malta, Croazia, Francia e Slovenia. L’assegnazione delle frequenze alle tv nazionali, infatti, dovrà avvenire nel pieno rispetto della garanzia della qualità delle stesse (così come stabilito dalla stessa Agcom) e della copertura dell’80% del territorio nazionale e di tutti i capoluoghi di provincia.
L’Agcom, infatti – sostiene ReteCapri – ha il dovere di assicurare agli aventi diritto, qualità (es.: assenza di interferenze) e copertura così come prevista dalla normativa vigente. Soltanto dopo si potrà procedere all’assegnazione. E’ opportuno, inoltre, che per uscire definitivamente dalla procedura di infrazione europea aperta nei confronti del nostro Paese, queste frequenze non siano assegnate agli operatori già “big players” come Rai, Mediaset e Telecom ma, oltre che a nuovi entranti, agli operatori storici che sono stati danneggiati da oltre venti anni di duopolio nel mercato analogico, come ReteCapri.
Necessario, quindi, che ci sia prima di tutto un riequilibrio sanando legittimi interessi calpestati per anni. Nel caso di ReteCapri, c’è l’attesa assegnazione di un secondo multiplex digitale che l’emittente attende da molto tempo, poiché discriminata rispetto a Rete A che, con medesimi o addirittura minori requisiti, ha ottenuto regolarmente la seconda frequenza nazionale.