I partecipanti alla gara sono stati invitati a far pervenire le loro osservazioni entro sessanta giorni.
Il governo ha spiegato di aver messo in discussione la modalità di assegnazione gratuita delle frequenze – “bene scarso e pubblico” secondo la definizione di Monti – assunta dal precedente esecutivo alla luce della crisi economica che sta attraversando l’Italia e dei pesanti sacrifici chiesti ai cittadini per riequilibrare i conti pubblici.
Cosa farà ora il governo è tutto da capire. La strada appare stretta, principalmente per una questione di equilibri politici: il beauty contest, voluto dal governo di Silvio Berlusconi (proprietario di Mediaset ) era stato aspramente criticato dall’opposizione perchè ritenuto “un regalo” agli operatori dominanti, Biscione in primis. Oggi Pd e Pdl si trovano sullo stesso fronte a sostegno di Mario Monti, che non a caso ha recentemente parlato di “maggioranza evanescente”.
Due i punti fermi che il governo non potrà ignorare: l’impegno assunto davanti ai cittadini a non concedere un bene pubblico gratuitamente e la necessità di rispettare i requisiti di pluralismo e trasparenza pretesi dall’Europa.