E la spiegazione che un ministro dà della posizione di Palazzo Chigi è chiara quanto brutale: “si può discutere della modalità con cui si è arrivati all’assegnazione delle frequenze digitali televisive, ma giunti a questo punto, durante la cruciale approvazione della manovra salva-Italia in Parlamento, anche solo rimettere in discussione la procedura approvata anche da Bruxelles mette a rischio la stessa sopravvivenza dell’esecutivo, che potrebbe perdere l’appoggio del Pdl”. Si parla di tv ed è quindi come gettare benzina sul fuoco. E’ chiaro infatti che sul tema dei sei multiplex digitali che dovrebbero essere assegnati a nove contendenti (Sky si è sfilata all’ultimo momento) tra cui Rai, Telecom e Mediaset, è scoppiata una guerra più ideologica che tecnica, visto che la vera pietra dello scandalo riguarda proprio l’azienda di Cologno Monzese, di cui l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è azionista di maggioranza.