L’Agcom è nuova di zecca e già si è beccata dall’Europa il marchio di essere troppo pro Mediaset.
Questo governo aveva chiesto ad Agcom (con la legge 44 del 2012) di scrivere il regolamento del bando di gara, su cui l’Europa ha i fari puntati. L’asta infatti è condizione perché Bruxelles cestini una procedura d’infrazione, aperta contro l’Italia, per l’eccessiva chiusura del nostro mercato televisivo. Ma per ottenere questo risultato, il regolamento Agcom e la conseguente futura asta dovrebbero seguire le indicazioni fornite dalla Commissione nella lettera.
L’Europa chiede che l’Italia risolva il problema facendo nascere nuove emittenti tv grazie alle frequenze aggiuntive. Peccato che – è la critica della Commissione ad Agcom- il regolamento sembra andare in senso opposto. Favorisce i big, Mediaset in primis, e tiene a bada i nuovi. Riserva solo una frequenza ai nuovi entranti, infatti, e stabilisce basi d’asta molto alti (20 milioni per le frequenze assegnate per cinque anni e 60 milioni per quelle a 15 anni).
L’aspetto più critico è un altro, però: di fatto, consentirebbe a Mediaset, con un semplice giochetto, di arrivare a sei multiplex (frequenze), superando il limite di cinque imposto dall’Europa a ciascuna emittente. Mediaset ha oggi infatti già quattro multiplex per il digitale terrestre; più uno per il Dvb-h (tv sul cellulare), che in qualsiasi momento può chiedere di convertire al normale uso televisivo. E’ una frequenza molto buona, priva di interferenze, per farci il digitale terrestre, a detta degli esperti (tra cui Antonio Sassano, docente della Sapienza).