Il passaggio dall’analogico al digitale ha fatto complessivamente bene alle tv locali. Se è vero che le difficoltà tecniche non sono mancate, soprattutto in regioni come il Veneto, i dati dimostrano che lo switch off è stato per i network l’occasione di raccogliere nuovi spettatori, grazie soprattutto alla possibilità di “allargare” l’audience anche in altre aree del paese.
Di piccolo schermo e nuove tv si parlerà nel convegno di martedì 15 marzo all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (ore 10,15, aula Pio XI), organizzato dal Gruppo 24Ore e intitolato “La nuova informazione televisiva nazionale e locale – Il diluvio digitale”. Tra i relatori Francesco Siliato (Politecnico di Milano), Giorgio Simonelli (Università Cattolica), Andrea Bonini (Sky Tg24), Tiziana Ferrario (Rai) e Roberto Binaghi (Gruppo L’Espresso).
Secondo gli esperti è necessario sfatare il mito che il digitale terrestre abbia fatto male alle reti locali, anzi. «La transizione alla nuova piattaforma – spiega Siliato – non ha coinciso generalmente con una perdita degli ascolti. Tutto dipende dalla volontà di investire. Se si investe gli ascolti crescono altrimenti è difficile, senza contare che sarebbe utile uscire da una logica di mercato assistito, proprio in questo segmento».
Secondo le elaborazioni dello Studio Frasi, molte televisioni locali sono infatti state in grado di adattare per tempo i loro ripetitori alla nuova tecnologia digitale. Qualche esempio: da febbraio 2010 a febbraio 2011, in Lombardia, Antenna Tre ha incrementato gli ascolti di oltre mezzo milione di persone. Nello stesso periodo Espansione Tv è passata da circa 400mila utenti a oltre 2,4 milioni, soprattutto grazie ai nuovi bacini d’utenza raccolti in Lombardia ed Emilia Romagna. E la stessa Telelombardia ha confermato i suoi 5 milioni di ascoltatori.
Discorso diverso per Sette Gold, che in Veneto è passata da 4,3 milioni a soli 3 milioni di telespettatori. Non certo una questione di area geografica perché sempre a Nord Est Rete Veneta è balzata da 1,4 a 2,5 milioni di telespettatori.
Durante il convegno di Milano verrà presentato anche un report sui Tg, con qualche curiosità. Per esempio sempre secondo lo Studio Frasi il Tg1 della sera è il notiziario più seguito in Umbria, il Tg3 nazionale vince in Valle d’Aosta mentre il Tg5 è il telegiornale più seguito in Sardegna. Sempre il mese scorso, e solo per un giorno, si è verificato poi uno storico sorpasso: quello del Tg5 sul Tg1, il 13 febbraio, quando la testata diretta da Clemente J. Mimun ha superato per 100mila telespettatori il Tg1 di Augusto Minzolini.
Fonte: Il Sole 24 Ore