C’è chi non vede la Rai e chi da mesi ha i canali Mediaset oscurati. Sei mesi dopo lo switch off, il passaggio dal sistema televisivo analogico a quello digitale, è ancora caos in provincia. Ogni zona una problema diverso. Unica costante: centinaia di lamentele.
Mantova è un territorio di confine per il segnale televisivo. Era così anche all’epoca del sistema analogico, quando la provincia era già servita (come avviene oggi) contemporaneamente dal segnale lombardo in arrivo dal monte Penice, in provincia di Pavia, e dal segnale veneto dal monte Venda, in provincia di Padova. Ma nel mantovano c’era anche chi captava il segnale dal modenese e dal bresciano. La presenza di segnali multipli continua ad esserci anche col digitale. Una situazione è difficile da mappare, dunque: all’interno dello stesso comune gli scenari possono essere anche molto differenti. Da Cappelletta e Pietole nessuna lamentela (lo stesso per Bagnolo), ma niente Mediaset in alcune vie di Cerese. «I disagi non riguardano solo i canali principali – spiega Ivano Sangiorgi, antennista di Canneto sull’Oglio -. Nella nostra zona, ad esempio, da tempo il segnale di Telelombardia e Antenna 3 non arriva più».
Problemi di frequenze e antenne da sistemare. A sei mesi dello switch off i disagi rimangono. I tecnici alla fine dell’anno scorso avevano prospettato «un periodo di assestamento» nei primi mesi del 2011. Ma ora, forse, si è andati oltre. Va detto che ad essere arrabbiate non sono solo centinaia di famiglie del mantovano. Anzi. Senza andare troppo lontano, a Ferrara, l’amministrazione provinciale è stata costretta a convocare un tavolo tecnico per affrontare tutte le questioni ancora irrisolte dall’avvento del digitale terrestre. Una cosa è certa: i primi mesi di programmazione col nuovo sistema hanno stroncato molte attese sulle prospettive legate all’utilizzo del digitale. Una modalità che, in teoria, avrebbe dovuto garantire più canali e limitati costi di manutenzione.