Troppi ostacoli, troppe complicazioni e liti tra operatori. Allo stato attuale sono coperte dal segnale le regioni Sardegna, Lazio, Campania, Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Trentino, Friuli Venezia Giulia. Nel secondo semestre 2011 dovrebbero completare lo switch off Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo e Molise e nel primo semestre 2012 Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Però sono molti i problemi da risolvere. Tra questi le proteste delle televisioni locali che temono di essere defraudate dei loro diritti.
In poche parole: ogni frequenza passando dall’analogico al digitale può contenere non più uno solo, ma cinque o sei canali. Le tv locali però non hanno i mezzi per moltiplicare la loro produzione così si sono decise ad affittare (ritrasmettendo il segnale in ogni zona di competenza) a produttori nazionali (per esempio di canali per bambini) a prezzi più bassi. Ma l’Agcom è contraria a questa pratica. Il consorzio delle Tv locali, che accusa Mediaset di essersi schierata contro di loro, è uscita anche dal Dgtvi, l’associazione del digitale terrestre.
Anche Sky sta combattendo la sua battaglia per entrare nel mercato del digitale terrestre e, superate le contrarietà del ministero dello Sviluppo economico, sta attendo la gara per l’assegnazione dell’ultimo multiplex disponibile. Insomma la partita – in cui si giocano molti milioni di euro – è ancora aperta. E non appena sarà completata, sarà già superata, perché la nuova frontiera è la tv via cavo.
Fonte: Il Giornale