E un mercato che non cresce impone alle aziende scelte più di carattere recessivo che orientate allo sviluppo. Se non ci sono prospettive tagliare un miliardo di investimenti e due miliardi di costi diventa indispensabile”. Confalonieri ha sottolineato tuttavia che non è questo quello che Mediaset intende fare ma “bisogna che ognuno faccia la propria parte e che il sistema Paese si renda conto di questo”. Confalonieri inoltre ha spiegato che una azienda “come Mediaset che ha avuto una forte contrazione dei ricavi con una conseguente contrazione dei profitti ha deciso di non tagliare l’occupazione. Ma se non si pongono le basi per una ripresa del mercato pubblicitario sarà inevitabile farlo”.
Confalonieri ha sottolineato che Mediaset “non ha nessuna intenzione di ridurre il personale e diminuire gli investimenti ma se calano fatturato e profitti diventa un dato di fatto”. “Siamo una società quotata non siamo una no profit. E ovvio che facciamo di tutto perchè ciò non accada”. Tra le richieste che il presidente di Mediaset ha rivolto al governo, “terminata la fase di massima emergenza”, c’è quella di “elaborare una strategia di medio termine” che dia “prospettive di sviluppo”. “Crediamo – ha detto – che ci si debba focalizzare maggiormente su interventi che portino a liberare risorse da dedicare all’occupazione giovanile, al miglioramento delle infrastrutture e allo sviluppo della produttività”. “Anziché dedicare risorse mediatiche – ha aggiunto – e politiche in battaglie sull’articolo 18, bisognerebbe in concreto agire per ottenere obiettivi di breve termine quali l’aumento della produttività del lavoro e il miglioramento delle condizioni ambientali per facilitare l’insediamento in Italia di nuove attività portatrici di impiego”. “Mediaset – ha concluso – è un’azienda sana che fa impresa in Italia e che chiede il sostegno del Sistema paese per proseguire nella sua politica di sviluppo di investimento, occupazione e crescita”.