“Fedele Confalonieri dissimulava le illegalita’ commesse in atti formali da lui firmati in qualita’ di presidente di Mediaset”. Lo scrivono i pm di Milano Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro nel ricorso in appello con cui impugnano la sentenza di assoluzione nel processo per frode fiscale in relazione presunte irregolarita’ nella compravendita dei diritti tv.
Per la Procura, “Confalonieri poneva in essere comportamenti orientati alla commissione della frode fiscale contestata”.
I pm ricorrono anche all’ipotesi minimale: “Secondo la giurisprudenza Confalonieri va considerato responsabile a causa dell’incarico ricoperto per non essersi attivato violando i suoi precisi doveri per impedire che tale condotta venisse portata a termine, malgrado esistessero gravi ed evidenti segnali di allarme”.
I pm ritengono che “e’ documentalmente provata nel corso di questi avvenimenti la vicinanza di Confalonieri con Berlusconi (condannato a 4 anni di reclusione n.d.r.)” e citano l’appunto del 19 aprile 1996 destinato a Livolsi e Confalonieri nel quale si sottolinea l’esigenza che Fininvest assicuri a Mediaset “il controllo e la gestione di tutti i diritti cinematografici e del business cinema”.