Grazie alla ripresa economica generale in Europa, anche il mercato televisivo rialza la testa dopo lo stop del 2008 e la caduta del 2009. Secondo il IX Rapporto Annuale di ITMedia Consulting, in uscita il 9 giugno, il panorama è in continuo cambiamento, tanto che il digitale terrestre ha soppiantato il satellite ed è ormai la piattaforma digitale più diffusa. La televisione risente comunque della concorrenza del web: gli spettatori passano meno tempo davanti allo schermo a vantaggio della tv sul web, che fa segnare incrementi a doppia cifra.
Questo è il motivo per cui i principali produttori di televisori stanno spingendo verso le tv connesse, che consentono di accedere proprio ai filmati sulla rete. In termini di crescita, dopo il misero +0,9% del 2008 e lo sconfortante -3,1% del 2009, lo scorso anno il mercato televisivo ha raggiunto 91,7 miliardi di ricavi, incrementandoli del 5,6%. Anche la pubblicità ribalta i risultati negativi del 2009 crescendo del 3,4%, a ritmi comunque ancora inferiori a quelli antecedenti la crisi. Nel panorama generale di recupero, la pay tv continua il suo percorso di crescita, e, ancora una volta, fa da traino al settore. Anche se la crescita in doppia cifra è storia passata, il +9,6% rappresenta la migliore performance degli ultimi tre anni. Oggi, in Europa Occidentale, il pubblico ha a disposizione migliaia di canali. Di conseguenza il multichannel sta crescendo anno dopo anno, totalizzando il 45% dei ricavi totali del mercato con una crescita annua del 7%. Ormai la televisione digitale ha raggiunto un’ampia penetrazione in Europa. Nel 2010, l’87% delle abitazioni televisive dell’Europa Occidentale ha guardato la tv digitale, con una crescita annua del 29%. Le abitazioni dotate di un ricevitore digitale sono vicine ai 170 milioni. La conversione al segnale digitale ha subito un’accelerazione grazie allo switch off in Spagna e a switch over importanti in Francia e Italia. Il satellite è presente in un terzo delle abitazioni digitali e non è più la piattaforma più diffusa: é stato sostituito dal digitale terrestre, presente in più del 37% delle abitazioni. Il cavo costituisce il 21% della ricezione televisiva digitale ed è ancora lontano dallo switch off analogico.