Ma quest’ultimo è stato definito più volte, sia da Jobs che da Cook, solo un “hobby”. Steve Jobs ha però spesso criticato, sia in pubblico che in privato, il modo in cui viene offerta e fruita la tv, definendolo “goffo” e non soddisfacente per il consumatore, aggiungendo però che gli attuali sistemi di distribuzione, con tecnologie diverse (digitale terrestre, cavo e satellite), rendono difficile le innovazioni. Non che la Apple non ci abbia provato, a partire dal suo primo televisore, il Macintosh Tv, lanciato nel 1993, metà computer e metà tv, che costava ben 2.000 dollari e che oggi nessuno ricorda. Il secondo, che forse si chiamerà Apple Television o iTV, di cui si vocifera dal 2010, dovrebbe avere integrati sia l’Apple Tv che iTunes, oltre ai sintonizzatori terrestre e satellitare.
Ma al riguardo non c’é ancora nessuna conferma, ufficiale o ufficiosa, come per il resto delle voci. Il settore televisivo, soprattutto negli Usa, è al momento al centro di grandi cambiamenti e non sono in pochi a ipotizzare nuovi modelli distributivi e di business. Apple deve vedersela non solo con Google, che nell’ottobre scorso ha lanciato – non con molto successo – la sua tv, ma anche con le tv tradizionali, via etere, cavo e satellitari, nonché con gli operatori tlc. Secondo gli analisti, per avere successo ad Apple non basterà solo un nuovo apparecchio – anche se rivoluzionario come l’iPod o l’iPhone nei rispettivi campi – ma avrà bisogno di ridefinire, ancora una volta, il modo di fruizione dell’utente, la cosiddetta ‘user experience’, e soprattutto il modello di business e il modo in cui gli spettatori pagano gli show e le serie tv. In quest’ultimo campo, è già un passo avanti, perché iTunes ha già abituato gli utenti, perlomeno americani e inglesi, a comprare i telefilm per vederli anche dopo che sono stati trasmessi in tv. Ma i telespettatori Usa stanno convergendo in massa verso servizi come Netflix, che offrono gli stessi contenuti con tariffe fisse molto accessibili. L’ingresso nel settore della televisione per Apple potrebbe quindi essere un passo obbligato nel prossimo futuro, secondo alcuni analisti.