Occorre ricercare soluzioni che vadano oltre la mera introduzione di un meccanismo d’asta. La sostituzione del beauty contest con un’asta ‘pura’ (simile a quella utilizzata nella recente assegnazione delle frequenze Lte), o mista (come per le frequenze Umts) porterebbe a cambiare la struttura stessa del mercato televisivo italiano (pervenendo, ad esempio, ad una separazione tra rete e contenuti) e richiederebbe una riforma del mercato pubblicitario. Troppo complesso, troppo tardi. E’ necessario trovare una soluzione piu’ realistica, con buona pace dei teorici della materia”.
Lo afferma Laura Rovizzi, a.d. di Open Gate Italia, in un articolo su Firstonline parlando delle frequenze tv e sottolineando: “sappiamo che ovunque in Europa le frequenze TV sono state assegnate attraverso un beauty contest, senza prendere in considerazione la possibilita’ di utilizzare un meccanismo d’asta, ma il meccanismo sinora ipotizzato in Italia e’ un beauty contest parziale: garantisce che le frequenze siano assegnate agli operatori gia’ presenti nel mercato della Tv analogica e non introduce alcun meccanismo competitivo: non c’e’ un vero e proprio ‘contest’”.
“Anche i criteri di selezione stabiliti – conclude Rovizzi – non sono sufficienti: in un Paese che ha bisogno di sviluppo, sarebbe necessario introdurne di nuovi, piu’ efficaci ai fini della politica industriale e che obblighino le aziende a impegnarsi su investimenti minimi e sulla creazione di nuovi posti di lavoro”.