“In un momento in cui si chiedono salti mortali ai cittadini con misure che incidono sulla proprietà immobiliare e sulle pensioni sarebbe opportuno ripensare l’assegnazione delle frequenze digitali televisive evitando di regalarle agli attuali soggetti che sono stati protagonisti in questi anni del duopolio televisivo”. Lo afferma in una nota il deputato e capogruppo del Pd in commissione Trasporti e Telecomunicazioni alla Camera, Michele Meta, che chiede al Governo Monti di rinunciare all’assegnazione delle frequenze televisive con il beauty contest e di assegnarle con asta pubblica come si è fatto con le frequenze di telecomunicazioni.
Nel dettaglio, spiega Meta “riteniamo che si debba rinunciare all’affidamento col beauty contest, ovvero senza asta pubblica a differenza delle frequenze tlc che hanno portato più di 4 miliardi di euro nelle casse dello Stato, delle frequenze televisive digitali considerando anche l’uscita di scena di Sky. I mesi che abbiamo di fronte richiederanno sforzi importanti a milioni di italiani. Ci aspettiamo, quindi, che il Governo metta in campo misure di sviluppo ed equità anche nella valorizzazione di un patrimonio pubblico come le frequenze radiotelevisive. Parliamo di un valore di mercato che secondo alcune stime equivale a circa 16 miliardi di euro”, che “non possiamo permetterci di lasciare indisturbato, come ha pensato di fare il precedente Governo Berlusconi per non scalfire troppo il duopolio Rai-Mediaset, se parliamo di rigore e di equità verso tutti i soggetti pubblici, privati e imprenditoriali. Ecco perché riteniamo che ci siano le condizioni per annullare l’assegnazione delle frequenze televisive digitali col beauty contest e che si debba fare un’asta pubblica che permetta di valorizzare un patrimonio che non è degli attuali soggetti televisivi nazionali ma della collettività”, conclude.