Lo abbiamo scritto qualche tempo addietro, confortati dalle dichiarazioni degli amministratori di mezza Valle Po. Da Gambasca a Crissolo, da Rifreddo a Paesana passando per Sanfront, dopo l’avvento del tanto decantato “digitale terrestre” il segnale Rai non solo è peggiorato tantissimo rispetto a prima, ma sovente arriva addirittura a singhiozzo, vietando così una visione continuativa di qualsivoglia programma in onda. Anche perchè a volte la durata dell’assenza di segnale dura addirittura ore. Da più parti, nei giorni scorsi, si sono levate voci più o meno velatamente critiche sull’assenza – in materia – di ogni pur timido segno di vita della Comunità montana.
Tra il generale malcontento in quell’Ente che tutti avrebbero voluto vedere come capofila della protesta, più alta di altre si era alzata la voce di Fabrizio Bessone, assessore al turismo nel Comune di Crissolo, ma anche antagonista nella corsa alla poltrona da sindaco dell’attuale presidente dell’Ente montano Aldo Perotti: “Ho personalmente segnalato più volte il disservizio in Comunità montana, ma ad oggi non sono riuscito a capire se esiste un problema e se si sta tentando di risolverlo in modo definitivo. Comunque sia, ritengo vergognoso il fatto che in montagna – oltre a dover affrontare tutte le altre difficoltà – non si riesca neppure a vedere la televisione”.
Un protesta che, perlomeno nella parte finale, trova perfettamente d’accordo lo stesso destinatario della polemica, il presidente della Comunità montana Aldo Perotti.
“L’ho già detto un tempo e lo ripeto: la montagna esige rispetto e pari dignità e pretende di ricevere quel servizio per il quale puntualmente, ad ogni inizio anno, paga il canone. Quando i dati ufficiali ci dicono che a Oncino sono soltanto 8 coloro che pagano il canone Rai, io continuo a dire che quegli 8 sono persino troppi se rapportati al servizio (non) ricevuto in cambio”.
Se non è un plauso a chi non paga il canone (stante la non ricezione del segnale), poco ci manca. Ancora il presidente Perotti: “In Comunità montana esistono faldoni spessi così che raccontano di anni di interscambi epistolari fra noi e la Rai. Sin dalla notte dei tempi. Da quando i problemi sembravano arrivare tutti dal ripetitore installato sul Monte Tournour. Il problema è tutto nelle risposte che ci ha sinora dato l’Ente radiotelevisivo di Stato, che ci considera una ‘zona marginale’ e che provvederà alla soluzione dei nostri problemi ‘in seguito’. Quel ‘seguito’, però, a tutt’oggi non è mai arrivato”.
Questo vale per il passato, quando il problema riguardava “soltanto” una parte di Paesana e l’intera Alta Valle Po. Oggi, però, il problema appare aumentato a dismisura e la Comunità montana, perlomeno sino ad oggi, non è che abbia fatto sentire la propria autorevole voce.
“La Comunità montana è pronta a fare da capofila a questo crescente moto di rivolta, a prendere in mano le redini della spinosa questione. L’ottimale sarebbe il posizionare un ripetitore sul Monte Bracco, ma l’intera zona mi risulta essere gravata da vincoli militari di difficile rimozione”.
Fonte: TargatoCN