Il Piemonte rischia di festeggiare l’anniversario dell’Unità d’Italia senza Rai. Sarebbe grave per il territorio che ha dato i natali all’Eiar (1924) ed è stato culla della prima tv (1954): è unanimemente riconosciuta l’importanza del ruolo avuto dall’emittente pubblica nel contribuire all’identità culturale della popolazione.
I dipendenti di via Verdi annunciano scioperi. I redattori del tg regionale, di Ambiente Italia, tg scientifico e Montagne incroceranno le braccia nei giorni dell’inaugurazione del Centocinquantenario. Perché? Mezzo Piemonte non riceve il segnale di Raitre, in seguito al passaggio al digitale terrestre. Sono censurate le province di Cuneo e Biella, parte delle Valli di Lanzo e varie zone vicine alla Lombardia.
I giornalisti dell’emittente di Stato hanno più volte evidenziato il problema, ma sono mancate le risposte, così, dopo un’assemblea, ieri, hanno proclamato tre giorni di sciopero e scritto un comunicato diretto agli abbonati da leggere nei tg. Appresi la protesta e il modo, i dirigenti romani si sono precipitati a offrire un incontro urgente (la data sarà fissata oggi) con il comitato di redazione. I giornalisti di Torino hanno accolto la disponibilità rinunciando, per ora, alla lettura nei tg.
Il testo del comunicato resta valido ed era già stato diffuso ai media: «Caro abbonato, ci rivolgiamo a te che hai la fortuna di sentire queste parole. Da molti mesi migliaia di telespettatori come te sono privati del diritto di vedere la Rai a causa dei problemi derivati dal passaggio al digitale terrestre. Si tratta di una lesione grave al servizio pubblico, che penalizza in particolare le trasmissioni regionali e che l’azienda non ha risolto. Mancanze che si uniscono a una progressiva diminuzione delle risorse destinate al Centro di Produzione Rai di Torino, un tempo motore dell’azienda e oggi ridotto a struttura marginale dove vengono dirottate soltanto produzioni a basso costo e con minimo impatto occupazionale. Un impoverimento che ricade sempre più anche sulle nostre produzioni giornalistiche, che realizziamo con dotazioni tecniche ormai allo stremo». Alla perdita di produzioni radio e tv nazionali, infatti, nei giorni scorsi si è aggiunta la decisione di appaltare anche il montaggio di trasmissioni giornalistiche. Troppo.
«L’assemblea – conclude il comunicato – ha dato mandato al cdr di proclamare tre giorni di sciopero in coincidenza con le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità. Una data simbolica a testimonianza di quanto la Rai, e in particolare la Rai di Torino, abbia contato nella costruzione del Paese». Intanto, venerdì il cdr incontrerà le rsu del personale di via Verdi e la prossima settimana si vedranno tutti i rappresentanti dei dipendenti Rai di Torino: orchestra, Raiway, via Verdi, corso Giambone, via Cernaia.
Fonte: La Stampa