La crisi di governo? Sky? La concorrenza di La7? Nulla di tutto questo. A preoccupare Mediaset, e il suo vicepresidente Pier Silvio Berlusconi, non sono queste cose, ma solo l’atteggiamento nei confronti di suo padre, il presidente del Consiglio. Parlando con i cronisti dopo la presentazione dei palinsesti autunnali negli studi di Cologno Monzese, Berlusconi jr è chiarissimo. «Se sono preoccupato per un’eventuale crisi di governo? Per Mediaset no. Sono più preoccupato per l’ostilità, maturata in questi 17 anni di impegno di mio padre in politica, possa essere strumentalizzata anche nei confronti di Mediaset, questo sì».
«Siamo un’importante realtà industriale – continua -, leader a livello internazionale, e vorrei che ci fosse riconosciuto. Certo, mi fa un pò paura l’atmosfera che a volte trasforma l’astio nei confronti di mio padre in un atteggiamento generale verso l’azienda. Spero che prevalga il buon senso».
Pier Silvio Berlusconi è convinto che l’imminente sentenza sul lodo Mondadori, per la quale c’è in ballo un risarcimento da 750 milioni di euro dovuto dalla Fininvest alla Cir, «non inciderà sulle strategie di Mediaset». Del resto, sottolinea rispondendo alle domande dei giornalisti, «anche il calo del titolo in Borsa non è tanto legato a problemi di business quanto a questioni di scenario: a pesare è il fatto che l’Italia non sia oggi un Paese ben visto dagli analisti, è la situazione politica instabile, ma anche il fatto che l’azienda sia legata all’attuale premier».
“SHOW SU SKY? RASCHIA IL BARILE” «Auguri di buon lavoro a Simona Ventura» che passa a Sky. Ma anche una considerazione: «Le mosse di Sky che si mette a fare intrattenimento dicono che sono arrivate a raschiare il fondo del barile per fare qualche abbonato in più». È l’analisi delle recenti evoluzioni del mercato tv fatta da Pier Silvio Berlusconi, convinto piuttosto «che la tv generalista resti tv generalista, e la pay tv sia pay tv». «Con Sky – ammette parlando con i giornalisti dopo la Mediaset Night – è battaglia vera e dura, ancora di più oggi, in una situazione economica difficile. Forse, una volta che hanno toccato i 4,7 milioni di clienti, non possono fare a meno di fare cose nuove pur di avere qualche abbonato in più».
Per Mediaset invece, «che nel 2011 investirà 1,5 miliardi di euro nel prodotto italiano», non c’è «nessun cambiamento di strategia in vista: manterremo un’offerta tipica da pay tv». Quanto a La7, «non è lei a fare la differenza, ma la quantità dei concorrenti, che sono forse troppi. In uno scenario sempre più frammentato, con una competizione sempre più alta, mantenere quote di mercato è dura». Quanto alla Rai, «sul pubblico 15-34 anni Mediaset è oltre il 45%, la Rai al 28%. Su tutte le fasce di età del target più interessante per gli investitori siamo in vantaggio. E noi viviamo solo di pubblicità, loro hanno il canone», conclude.
“NON PORTEREI SANTORO A MEDIASET” A portare Giovanni Floris a Mediaset, ribadisce, ci ha provato sul serio. Ma Michele Santoro no, Pier Silvio Berlusconi non lo vedrebbe proprio nella sua squadra. «Mi spiace – risponde ai cronisti dopo la presentazione dei palinsesti autunnali agli sponsor, ieri sera a Cologno Monzese – che Floris abbia chiuso con la Rai. Ma Santoro è un’altra cosa, è troppo oltre: non è un conduttore, fa il politico, e lo dico con tutto il rispetto. È un grande talento, è un fenomeno, ma a prenderlo e portarlo da noi noi ci penso».
“ENDEMOL? PER MEDIASET TUTTO E’ POSSIBILE” Endemol «è un’azienda che va bene», ci tiene a sottolineare Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente di Mediaset, che riconosce però che la società «ha il problema del debito» e che «dal punto di vista di Mediaset» tutte le opzioni sono in campo: «Tutto è possibile: saremo molto razionali, visto il momento particolarmente difficile, e decideremo cosa fare», spiega rispondendo alle domande dei giornalisti a margine della presentazione dei palinsesti autunnali agli sponsor, ieri sera a Cologno Monzese. La priorità, però, sottolinea, per Endemol è «affrontare la ristrutturazione del debito», per il quale si parla di due miliardi di euro. Secondo Pier Silvio Berlusconi, Endemol – colosso della produzione tv controllato da Mediaset, dal fondo Cyrte e da Goldman Sachs – «finora è stata gestita con logiche più finanziarie che industriali e Mediaset in questa situazione non si trova a proprio agio: se dovessimo rimanere in pista, vorremmo giocare un ruolo più industriale. Ad ogni modo, siamo convinti che Endemol possa ancora dire la sua. Ma come giocheremo la partita è tutto da vedere».
+20% RICAVI PREMIUM «Per il 2011 stimiamo una crescita dei ricavi di Mediaset Premium del 20%»: è la previsione di Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente Mediaset. Attualmente l’offerta a pagamento sul digitale terrestre «può contare su 4 milioni e 400 mila tessere attive, all’interno delle quali – ha spiegato ieri sera in occasione della presentazione dei palinsesti autunnali agli sponsor – gli abbonamenti sono circa 2 milioni». Le tessere ricaricabili però scadono: «Speriamo che le cose vadano bene, finora abbiamo sempre recuperato e il numero di abbonamenti continua a salire: sono oltre 300 mila negli ultimi sei mesi». Premium adotterà una nuova politica commerciale «che consentirà maggior flessibilità con un aumento del numero dei pacchetti a disposizione dei clienti. In particolare, nasceranno i pacchetti Smart – ha spiegato ancora il vicepresidente Mediaset – con il meglio del calcio e un mix di canali a target maschile (al prezzo di listino di 10 euro) e Family, con un’offerta di calcio più ampia (e la possibilità di scegliere tra anticipi e posticipi o tutti i match della propria squadra del cuore) e un mix di canali, tra i quali Disney Channel (a 19 euro)». Inoltre da luglio nel prezzo dei pacchetti Super Premium e Super Cinema sarà compreso anche il noleggio dei decoder di ultima generazione, on demand e hd.