Le delibere riguardano i contributi per il 2009 e il 2010 ma alcune emittenti locali Teleblu e Canale 7, escluse perché non in regola con i contributi Inps, Enpals e Inpgi avevano fatto ricorso e riammesse successivamente dal Consiglio di Stato a marzo scorso. La sentenza, infatti, ha stabilito che l’accertamento della regolarità dei versamenti dei contributi va fatta al momento della presentazione della domanda e non al momento dell’erogazione del contributo che avviene con ritardo rispetto all’anno di richiesta. A giugno scorso, quindi, il Corecom, ha rifatto le graduatorie stilate a febbraio che avevano messo in fondo alla classifica del 2009 per irregolarità Studio 100, TRCB, Norba Channel, Puglia Channel, TBM, Super7, Teleradioerre, Tele radio Acli, Teleradioerre, Telerama, Telerama1, Rtg Puglia. Per il 2009 riammessa Telerama ma non Studio 100 che quindi ha potuto avere i contributi che non sono proprio pochini, circa 500 mila euro. Per il 2010 escluse, invece, sempre per irregolarità Blustar Tv, Puglia Channel, Norba Channel, TBM, Super7, Telepuntocinque, Telebari, TRBC, Studio100, Canale 8. La nuova graduatoria stilata a fine luglio vede il rientro della storica Telebari sia per il 2009 che per il 2010, ma escluse dai contributi Studio100, TBM, Teleradioerre, Blustar, Puglia Channel etc etc.
Sullo sfondo, ovviamente, il momento in cui anche la Puglia dovrà adeguarsi al passaggio al digitale terrestre che è stato spostato dallo scorso giugno a metà 2012 ma che nelle altre regioni, tranne la Sicilia, è già avvenuto tra mille difficoltà. In Puglia, i tecnici del Corecom hanno già evidenziato diverse difficoltà nella ricezione del segnale che ovviamente rischia soprattutto di far sparire le emittenti più piccole. La Regione nei mesi scorsi ha messo a disposizione una somma, 10 milioni di euro, per le emittenti che vogliono adeguarsi alla nuova tecnologia. Il problema, però, è che più d’una si sta facendo i conti e intravvede difficoltà insormontabili. Perché con il digitale occorre riempire di contenuti i non meno di sei canali che si vanno a prendere. Già, e come li si riempie? E’ la domanda che in questi mesi continuano a farsi i titolari delle imprese. Bisognerebbe assumere nuovo personale, nuovi programmisti etc etc. A Bari, ad esempio, un’emittente storica Rtg Puglia è all’asta perché dichiarata fallita. Si parte da una base d’asta attorno ai 200 mila euro. Ha pure in dotazione la tecnologia del digitale ma andrebbe potenziato. Il problema è: ma per fare che? Quanti altri soldi investire per rimetterla in piedi? Più d’uno, pertanto, si sta orientando nel farsi ospitare dalle emittenti maggiori. Come già avviene con Telenorba ospite su uno dei canali satellitari di Sky. Per molte emittenti pugliesi, quindi, diventerebbe l’unica soluzione per poter sopravvivere. Quello che doveva essere un passaggio indolore nei fatti si sta trasformando nell’omicidio di gran parte dell’emittenza televisiva locale anche pugliese a vantaggio delle più grandi Rai e Mediaset. Con un dubbio che arrovella la mente dopo la sentenza della Corte di giustizia europea che ha condannato Mediaset a restituire gli incentivi governativi per l’acquisto del kit del digitale se non fosse premeditato. Ma con un’aggravante: che tutto ciò nei fatti non serve a nulla perché la tecnologia digitale si sta rivelando incapace di garantire la stessa visibilità sinora garantita dall’analogico.