Venerdi’ 11 marzo e’ stata indetta una giornata di mobilitazione dai sindacati di categoria Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind-ConfSal contro l’annunciata cessione degli impianti trasmittenti di Raiway che diffondono il segnale del Servizio Pubblico Radiotelevisivo, cosi’ come previsto dal piano industriale.
Il presidio dei lavoratori, si legge in una nota, sara’ doppio: dalle 11h00 alle 13h00 davanti al ministero dell’Economia e Finanze, per poi spostarsi, dalle 14h30 alle 16h30, davanti al ministero dello Sviluppo economico, dove sara’ consegnata la lettera delle lavoratrici e dei lavoratori di Rai Way al Ministro Romani.
Dopo aver inviato all’azienda la formalizzazione dell’apertura dello stato d’agitazione e varie richieste d’incontro ai Ministri Tremonti e Romani, insieme ai Capigruppo di tutte le forze politiche di Camera e Senato, le organizzazioni sindacali intendono sensibilizzare istituzioni e cittadini sull’importanza della societa’ Raiway per la conversione degli impianti trasmissivi garantendo il passaggio al Digitale Terrestre sul territorio italiano.
Nella lettera pubblica i dipendenti di Raiway sottolineano che “la vendita degli impianti, implicita rinuncia del Cda a consentire alla Rai (RaiWay) di essere il primo operatore di rete nazionale, lasciando di fatto tale opportunita’ ad un soggetto privato o pubblico che sia, comportera’: il pagamento di un canone annuo, dettato dal mercato e dal nuovo gestore della rete, per l’utilizzazione delle antenne (nel 2009 Rai ha pagato a RaiWay 165 milioni di euro); la perdita di proventi (39 milioni col bilancio 2009) derivanti dalle ospitalita’ di altri broadcaster nei cespiti di proprieta’ (in costante crescita – si desume dai bilanci degli ultimi anni); la perdita della gestione diretta di una rete capillare costruita e modernizzata con risorse pubbliche; senza tralasciare che tale scelta costituira’, per cio’ che ci riguarda direttamente, la necessita’ di riconvertire ad altra funzione 650 risorse, professionalmente insostituibili per la gestione degli impianti, sminuendo di fatto l’importanza anche economica del nostro lavoro”.
Fonte: Milano Finanza