In apertura dei lavori desidero ringraziare il Presidente Monti, in qualità di azionista, questo Consiglio e la Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi per la fiducia che mi hanno accordato affidandomi questo delicato incarico.
Questo CDA nasce dopo un iter complesso, ha un compito impegnativo e sfidante; la sua composizione, eterogenea per storie personali, professionalità, esperienze, può essere vista come un handicap ma è invece un punto di forza, può essere di aiuto alla realizzazione di un programma di riequilibrio economico e di rilancio della RAI quale servizio pubblico. A me è stata affidata la Presidenza; sono consapevole che si tratta di un incarico di grande responsabilità. La RAI è un’azienda strategica per il Paese, per le importanti funzioni di pubblico interesse che è chiamata a svolgere. Intendo esercitare il mio mandato con equilibrio e indipendenza di giudizio.
L’azienda RAI è ricca di uomini e donne di valore, di grande professionalità, competenza e passione sulla cui collaborazione sono certa di poter contare. Senza di loro non potrei, non potremmo, raggiungere gli obiettivi che ci prefiggiamo. Da parte mia porterò il bagaglio di oltre 40 anni di lavoro in una Istituzione che mi ha insegnato molto: il rispetto della cosa pubblica, il rigore nel perseguimento dei fini istituzionali, l’attitudine a valutare il merito e la qualità del lavoro, un metodo orientato al risultato e all’efficienza, a lavorare in squadra.
Nell’affrontare questo compito ho ben presente la speciale natura dell’azienda RAI che le viene dall’essere anche Servizio pubblico (art. 4 dello Statuto – art. 4 Testo Unico della Radiotelevisione 31/7/2005 n. 177). E’ questa una condizione che richiede una particolare cura alla qualità complessiva (art. 3 L. 3/5/2004 n. 112) del prodotto, cui improntare tutta la gestione, la programmazione, l’identità stessa dell’azienda. Come tutte le aziende anche la RAI deve avere una progetto e una missione. Auspico che la RAI diventi un’azienda competitiva orientata all’eccellenza nell’informazione, [autorevole e indipendente,] nell’intrattenimento, [capace di coniugare divertimento, rispetto e correttezza,] nella capacità di elevare il livello culturale del Paese. Vorrei che questa “visione” fosse da voi condivisa. Può sembrare una utopia ma non è così, è un progetto perseguibile con l’impegno di tutti perché l’obiettivo finale è quello di essere un’azienda al servizio dei cittadini che offre un prodotto di eccellenza senza sprechi, nel rispetto del vincolo di bilancio, contenendo costi e rischi, con un forte orientamento all’innovazione. Il futuro della RAI passa anche per il rilancio tecnologico dell’azienda.
La radiotelevisione è uno dei canali, insieme alla famiglia e alla scuola, attraverso cui si determina il livello del capitale umano (il patrimonio di abilità, conoscenze e capacità degli individui) e del capitale sociale (l’insieme di regole e prassi che governano la società civile nei suoi processi decisionali, partecipativi e cooperativi) di un Paese, contribuendo così alla stessa crescita economica di cui noi, in Italia, abbiamo tanto bisogno.
Essere il più grande produttore di cultura di un Paese è una grande responsabilità; è anche un’opportunità che non va sprecata e che richiede di avere chiara l’idea di cultura che la RAI deve trasmettere. Non una cultura elitaria, o accademica e specialistica e neppure una cultura casuale e superficiale ma una cultura inclusiva, attenta ai valori civili, agli ideali. Una cultura laicamente aperta e rispettosa delle tradizioni, dei costumi, dei diritti religiosi e spirituali, delle proprietà intellettuali, capace di percepire, sentire e vivere la realtà nei suoi aspetti più creativi.
Questo progetto si basa su alcuni pilastri di natura economico-gestionale e culturale, tutti ugualmente rilevanti:
- Una buona governance che si fondi su una chiara distinzione di ruoli e di responsabilità, senza sovrapposizioni, aree grigie, interferenze;
- Una situazione economico-finanziaria-patrimoniale in equilibrio e sostenibile nel tempo, che consenta di conseguire anche un nuovo e profittevole posizionamento sul mercato;
- Una gestione aziendale basata sull’autonomia e sul merito, che sappia valorizzare, stimolare e premiare le professionalità e i talenti, attenta ai giovani e alle donne.
- Una linea editoriale rispettosa del pluralismo, dell’eticità, della responsabilità, sempre attenta alla finalità pubblica; una linea editoriale che ridia forza e ulteriore significato alla dignità e alla presenza della donna;
- Una forte condivisione di obiettivi da parte di tutti noi: del Consiglio, della direzione, dei dirigenti, dei giornalisti, dei colleghi tutti. Fare squadra, una squadra coesa e determinata.
Abbiamo davanti a noi uno scenario impegnativo e un progetto complesso. Se saremo uniti potremo raggiungere significativi risultati.
Nell’immediato il nostro compito è quello di individuare con chiarezza e tempestività le azioni da intraprendere, di risolvere in modo strutturale e duraturo i problemi economico/finanziari dell’azienda mettendo ordine nei conti, dal lato dei costi e dei ricavi perché senza risorse la RAI non ha futuro.
Il Paese ha bisogno di crescere, di guardare avanti, di avere prospettive. La RAI può contribuire in modo significativo a realizzare l’obiettivo di una crescita sociale e culturale di ampio respiro e di lunga durata. Ha in sé capacità e risorse per farlo.