“La privatizzazione è l’unico modo per togliere la politica dalla gestione dell’azienda”, spiega Caparini, secondo il quale anche i candidati della società civile non sono immuni dal “rapporto con la politica. Se vengono nominati da qualcuno perdono per natura la loro indipendenza, anche se i loro curriculum sono differenti – dice citando i due nomi indicati dal Pd, Tobagi e Colombo – nel momento in cui li sceglie un partito si crea un rapporto”. Il Carroccio invita piuttosto, in caso che si proceda alla formazione del cda, a “rispettare la legge che prevede entro il 2015 che ci sia un terzo dei posti per le quote rosa”.
“La proposta di privatizzazione – ha detto Dal Lago – parte dal contenuto del referendum del ‘95 che sostenemmo insieme ai Radicali in cui il 54,9% degli italiani si disse favorevole all privatizzazione. La norma prevede anche un bando di concessione che rispetti le esigenze del servizio pubblico, alla politica resterà il potere di indirizzo”. Caparini ha anche lanciato un allarme sulla situazione dei conti di viale Mazzini: “A fine anno il conto per il governo e per gli italiani sarà salatissimo” perciò “o fallisce, o viene privatizzata o Monti dovrà chiedere agli italiani di sostenerla con un aumento della benzina, e questo sarebbe immorale. L’azienda non ha migliorato la sua condizione, non ha fatto tagli sul costo del lavoro pur avendo stipendi di gran lunga superiori alla concorrenza”. A chi chiede che fine faranno i giornalisti ‘in quota Lega’ in caso di privatizzazione sia Caparini che Dal Lago rispondono piccati: “Basta privatizzarla e chi la compra farà quello che vuole, siano essi indicati dalla Lega o dal Pdl o dal Pd”, ha risposto la presidente della commissione Attività produttive, mentre il responsabile Comunicazione del Carroccio ha difeso la storia professionale di giornalisti come Paragone, Marano e Baiocchi.
Infine sull’obiezione che la messa sul mercato della Rai in questo momento di crisi potrebbe non trovare un acquirente, Dal Lago osserva: “Meglio aumentare il buco o vendere al miglior offerente finchè vale ancora qualcosa?”.
Caparini ha ribadito infine che i parlamentari leghisti sono pronti a non partecipare al voto in Vigilanza sul cda: “Faremo di tutto per rendere visibile il nostro voto, con Idv saranno 5 le schede bianche, ma se la nostra presenza dovesse servire a garantire il numero legale non parteciperemmo al voto”.