“La sentenza del Tar conferma che la Rai sta applicando correttamente il vigente Contratto di servizio, che discende dalle linee guida emanate dall’Agcom d’intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico, e che pertanto non ha nessun obbligo di cessione gratuita dei propri canali”. Lo ha sottolineato la Rai, in una nota, dopo la sentenza con cui il Tar del Lazio ha stabilito che sono illegittimi gli oscuramenti di parte della programmazione di viale Mazzini su Sky. La Rai ha annunciato che presenterà “in ogni caso impugnazione avverso tale decisione del giudice amministrativo”.
“Il Tar – ha osservato la Rai – afferma che ‘la distribuzione attraverso una unica piattaforma satellitare può essere ritenuta compatibile con gli obblighi di servizio pubblico’. Resta confermato che la Rai ‘potrà consentire la messa a disposizione della propria programmazione di servizio pubblico a tutte le piattaforme commerciali che ne faranno richiesta nell’ambito di negoziazioni eque, trasparenti e non discriminatorie e sulla base di condizioni verificate dalle Autorità competenti’, come previsto dall’art.22 comma 4 del Contratto di servizio 2010-2012, la cui validità è stata pienamente ribadita”.
“Per quanto riguarda il Contratto di servizio vigente, la sentenza – ha evidenziato ancora la Rai – censura unicamente il comma 3 dell’art. 22, nella misura in cui prevede attività promozionali di Rai in favore di Tivusat, nonché la messa a disposizione di smart card a favore degli utenti, attività per altro , disposta da una delibera dell’Agcom. La sentenza infine conferma la legittimità della costituzione della piattaforma satellitare TivuSat. Inoltre, altra censura del Tar si riferisce ad un articolo del precedente contratto di servizio non più in vigore”.