Nostalgia del commissario Maigret o di Rischiatutto? Curiosità per i grandi varietà del passato o per le pagine di storia raccontate da Tg, Giornali Radio e programmi di approfondimento della Rai? Andare a “lezione” dal maestro Manzi o rivedere i grandi sceneggiati del passato e i “mitici” Studi della Fiera?
Per farlo, a Milano, basta un click, nella nuova Teca Aperta, creata dalla direzione Teche Rai con la collaborazione del Centro di Produzione Tv di Milano in corso Sempione 27.
Un nuovo servizio gratuito e aperto al pubblico che mette a disposizione di cittadini, professionisti del settore, docenti, studenti, enti e istituzioni l’accesso al Catalogo Multimediale della Rai; una “banca” della memoria in cui rivedere e riascoltare quanto realizzato dalla Rai nella sua storia: milioni di documenti e oltre tre milioni di ore di programmi radiofonici e televisivi, insieme a trentacinquemila fotografie, ottantamila copioni, oltre duemila manifesti storici, l’intera raccolta del Radiocorriere dal 1925 al 1995 e il contenuto completo degli archivi storici testuali di documentazione dei programmi.
Tutto materiale che è visibile esclusivamente presso la Teca Aperta e non attraverso il web pubblico. Gli orari del servizio – con le postazioni multimediali per l’accesso al Catalogo – sono dal lunedì al giovedì dalle 9.30 alle 17.00 e il venerdì dalle 9.30 alle 16.00, per appuntamento chiamando il numero 02-31993549 o scrivendo all’indirizzo mail milano.teca.aperta@rai.it.
“A Milano – dice Barbara Scaramucci, direttore di Teche Rai – questo accesso alla consultazione del catalogo Teche era possibile finora presso la Mediateca di Santa Teresa, ma la città e la realtà lombarda non potevano fare a meno di una struttura di teca aperta nella storica sede Rai di Corso Sempione”. Gherardo Colombo – consigliere d’amministrazione della Rai – si è soffermato sul fatto che se una persona volesse rivedere e riascoltare i tre milioni di ore di radio e di tv del passato disponibili nel catalogo multimediale delle Teche Rai e ci dedicasse otto ore al giorno, finirebbe nel 3040.